Luci e ombre con gli ⁄handlogic
Dopo il buon Ep d’esordio, uscito il 6 dicembre 2016, i fiorentini ⁄handlogic giungono al primo album, Nobodypanic, pubblicato il 3 maggio 2019 per Woodworm Label.
Lorenzo Pellegrini (voce e chitarra), Leonard Blanche (tastiere), Alessandro Cianferoni (basso) e Daniele Cianferoni (batteria) cresciuti a bistecche fiorentine, lampredotti, Radiohead e Alt-J, danno vita a un disco in cui il rock viene espresso con gli strumenti del jazz, attraverso ritmi downtempo e schizofrenia elettronica.
Nove canzone dall’animo pop, ma con influenze jazz e R&B. Supernatural, ad esempio, è una canzone essenziale, frutto di una ricerca meticolosa che porta i quattro ad infrangere le regole del pop. Una voce calda e particolare quella di Lorenzo Pellegrini, sorretta dal suono della tromba e da un beat elegante. Se da un lato abbiamo un cantato dolce e armonico, dall’altro abbiamo un basso corposo e pulsante: il dualismo sarà presente in tutto l’album che analizza il conflitto tra il lato oscuro e quello luminoso della personalità.
L’album è stato anticipato dal singolo Communicate, un vortice di emozioni di matrice radiohediana. Una canzone sensuale e seducente che gioca sui contrasti tra parti morbide e altre dove i synth e la chitarra creano parti taglienti.
Canzoni agrodolci e lente come Long Distance Relationship sono frutto di influenze jazz, una delle più intense e sentite di Nobodypanic, con le tastiere che disegnano incantevoli melodie, il resto lo svolge la voce che sa incantare e far sognare.
Soave e malinconica, Perched, la sesta traccia dell’album, è uno dei momenti più raffinati dell’album, minimale, coglie perfettamente l’essenza degli ⁄handlogic, quella di non strafare e lavorare di sottrazione.
L’album si chiude con una cover dei Radiohead, Paranoid Android, un tributo a Thom Yorke & Co. che non aggiunge e toglie niente ad un album già perfetto così come è.
Nobodypanic racconta di un corpo assente, guidato da una mente iper-razionale e da un ego oppressivo, ma è anche uno sguardo dolce che sa cogliere la bellezza che le piccole cose della vita sono in grado di regalare. Ed è un album che lo fa parlando un linguaggio musicale internazionale.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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