Suonano stoner e cattivoni, con i bassi e le chitarre a metà tra i più vecchi Black Sabbath ed i più strong Tool, Karma to Burn ed i Kyuss. Devo ammetterlo non me lo aspettavo: sono italianissimi! Si chiamano Six Hundred Thousand Mountains (600000 Mountains) e sono un power trio strumentale composto da Simone Pellegriti alla chitarra, Guido Testa al basso e Giorgio Rosalia alla batteria.
From Catania, all’ombra dell’Etna con la rincorsa, il 19 gennaio hanno pubblicato in autoproduzione l’Ep d’esordio: Mister Sartorius, registrato, mixato e masterizzato da Fabio Trombetta con artwork, layout e concept grafico di Guido Testa.
L’Ep suona come un trip in acido su una montagna tra dune di lava, ventate di sabbia, movimenti allucinati. I riff sabbiosi di stoner doom ribolliscono su divagazioni prog, hard rock e math, con una bella e sana dose di psichedelia.
Tre sono le tracce: Horse Suplex, Omelette Man, Take Care and Survive, ed in quasi 18 minuti, oserei dire, vulcanici, hanno miscelato una ventata frizzante di estro rabbioso compositivo.
Questi ragazzacci hanno osato nel forgiare un moto perpetuo di tensioni e distensioni, che accelerano e decelerano come in un vero e proprio viaggio tra tornanti infiniti.
Farsi rovesciare da un cavallo risulta doloroso nella realtà così come in una mossa di wrestling: Horse Suplex è una corsa vorace che, come da titolo, termina nel cascare, improvvisamente, tra riverberi distorti di basso, come nei più doomosi Electric Wizard.
Iniziano cauti invece nel cuore umano ma composto d’uova, in una sorta di lenta ballad ed acuti elementi industrial (stridori), Omelette Man è un racconto musicale che, dalla melanconia arriva ad un crescendo fiume in piena di suoni. L’ultima track è invece per antonomasia la cartina tornasole che rappresenta il loro intento compositivo: tra affilatissimi affiati di corde ed un beat incessante noir.
Non resta che attendere con vivo interesse il loro debut album!
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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