A Smog Museo: come spazio e tempo influenzino la nostra percezione
Dopo aver apprezzato l’electro ambient di Untitled01, A Smog Museo, il progetto elettronico di Nazario Graziano, già chitarrista e fondatore del gruppo post-rock Il rumore del fiore di carta, torna con il suo secondo album intitolato The Poetic of Space and Time.
The Poetic of Space and Time si propone come un viaggio attraverso le dimensioni fondamentali della nostra esistenza, indagando come gli spazi fisici e i momenti temporali influenzino la nostra percezione, creatività e identità. Questo percorso, concepito non solo in termini fisici, intreccia storie senza tempo e senza luogo, che spaziano da asteroidi e eclissi a foreste e montagne, da telefilm cosmici a walkman e radio voodoo. Si tratta di un’esplorazione che abbraccia allucinazioni, riferimenti esoterici e viaggi interiori, immersi nella nostalgia e nei ricordi evocativi.
Rispetto al suo predecessore, questo nuovo album esplora territori inediti per A Smog Museo abbracciando un approccio più sperimentale. La produzione infatti è caratterizzata da un forte accento elettronico e da una netta apertura verso contaminazioni sonore, che spaziano dagli echi del free jazz al gospel.
A Smong Museo esordisce con l’avvolgente texture di Holy Mountain / Samasthiti, una traccia di elegante elettronica minimale. Caratterizzata da melodie glaciali e introspettive, essa è arricchita da suoni ambientali eterei e dall’inaspettato utilizzo di strumenti a fiato.
Campioni vocali e field recording si intrecciano in Crystal Forest, una traccia dai toni cupi in cui strati di sintetizzatori galleggiano, conducendoci attraverso territori dal retrogusto romantico. Un beat minimale si unisce al paesaggio freddo, conferendo un taglio cinematografico alla produzione.
Non mancano momenti in cui il post rock visionario si coniuga con l’ambient, come in Asteroid Glory Day, brano che funge da ponte tra il lavoro precedente e il nuovo. Si tratta di una giostra di suoni che esplora le diverse sfaccettature delle potenzialità offerte dall’uso dei synth.
The Poetic of Space and Time è un viaggio delicato e enigmatico, in cui si intrecciano suite elettroniche e collage sonori, evocando un senso di nostalgia e romanticismo. In questo lavoro, A Smog Museo unisce ritmi elettronici pulsanti a stratificazioni di synth, creando paesaggi sonori che oscillano tra atmosfere tranquille e momenti di intensa emotività.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.