Adriano Zanni: le architetture industriali della Ravenna post-Deserto Rosso
Tra i migliori artisti del suono italiani oltre ad essere un grande fotografo e fieldrecordist, Adriano Zanni descrive nel suo nuovo album intitolato Racconti d’osservazione il paesaggio urbano della Ravenna industriale immortalata nella poetica alienante di Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni.
«Pensato ed immaginato andando adagio fra Ravenna, Marina Romea e Borca di Cadore» Racconti d’osservazione è uscito il 25 giugno 2022 per Dissipatio Records: sei paesaggi sonori di ambient-drone realizzato fra il 2020 e il 2021 attraverso l’uso di dispositivi elettronici, campionamenti e field recording.
La prima tappa di Racconti d’osservazione è A Ravenna, piove, una lunga distesa di droni ambientali e flebili risonanze combinati con i suoni della pioggia. Un lento crescendo per un flusso sinuoso composto da una architettura sonora sintetica.
A seguire Paesaggi dimenticati ha una struttura monolitica formata da feedback e stridenti frequenze dilatate, una combinazione che rievoca lo scenario dell’industria in piena espansione degli anni del boom economico. Tra modulazioni e dissonanze, la materia sonora prende la forma di un ambiente asettico al cui interno vengono frantumate geometrie minimali che formano la componente ritmica di un brano fortemente influenzato dalla musica concreta.
Un soffio di vento accompagna l’iniziale feedback di La natura vince, un’apertura lenta che stimola la percezione visiva prima di innescare una serie di scoppiettanti modulazioni che contribuiscono a colorare l’oscura materia sonora.
Tutto il buio messo da parte comincia con una soffocante texture dark-ambient, un tripudio di ronzii e particelle elettroniche che si placano lentamente in morbide oscillazioni sfociando in una traccia cristallina di rara bellezza, l’unico momento melodico del disco.
Dai momenti di silenzi ai riverberi Racconti d’osservazione è costruito per raccontare e accompagnare l’esplorazione fotografica di Adriano Zanni. Un dettagliato viaggio tra le fredde, stranianti e grigie architetture industriali della Ravenna post-Deserto Rosso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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