Le immagini femminili ispirano la musica di Akira Kosemura
Nuovo Ep per il compositore giapponese Akira Kosemura.
In Moonlight, pubblicato il 29 marzo 2019 da Schole Records, l’etichetta dello stesso Kosemura, è un lavoro ispirato dalle diverse immagini femminili. Quattro le tracce che compongono l’Ep sulla scia di Philip Glass, Nils Frahm o Max Richter, che ci mostrano varie espressioni e stati d’animo.
Ad aprire il disco la spensieratezza di Minerva: una traccia ariosa che si rifà al balletto classico, in cui il pianoforte danza con gli archi mostrandoci l’aspetto gioioso della composizione che prende il nome dalla mitica dea romana, simbolo di una donna saggia e bella.
In Moonlight, op. 1 & 2 il trentaquattrenne nipponico ti conduce per mano in un posto tranquillo, al chiaro di luna. Nella prima delle due tracce è presente un forte richiamo all’oriente, quasi un omaggio al maestro Ryūichi Sakamoto. La seconda parte gode di una calma protettiva e di una fragile bellezza, tale da trascinare l’ascoltatore in uno stato di trance. Incantevole, la composizione è una delle cose più leggiadre che possa offrire l’Ep.
Trace, l’ultima traccia, la più lunga di tutto l’Ep (le altre tre non arrivano a superare i sette minuti insieme) racconta del sentimento di colei che, arrivata a un punto di svolta nella sua vita, guarda il passato e immagina il suo futuro. Le dinamiche in crescendo e l’uso delle pause con un incedere lento rendono la composizione una coccola per chi ascolta.
In Moonlight è un lavoro che ha bisogno di un ascolto attento, va assaporato con calma, lasciandosi alle spalle la frenesia della quotidianità. Akira Kosemura fa della semplicità una virtù, con la sua musica ci aiuta a riappropriarci del nostro tempo, perché la chiave di lettura dell’Ep è la calma sia quella trasmessa, sia quella che bisogna avere per immergersi in questo lavoro.
Prendiamoci del tempo per la buona musica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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