Love Is ___ di Akira Kosemura è titolarmente una soundtrack, ma la semplicità delle melodie per il piano lo rende capace di vita indipendente
Non è la prima volta che da queste parti capita una soundtrack, e come ogni volte l’annosa questione si ripresenta: può un’opera musicale scindersi dal diverso prodotto artistico per cui è stata pensata, composta ed eseguita, mantenendo una propria identità anche lontana dalle immagini che accompagna?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo far ricorso alla più becera delle banalità; dipende. In alcuni casi (come, per esempio, a proposito di Nanook Of The North) opera visiva e colonna sonora sono inscindibili, dal momento che ogni traccia nasce per sottolineare un particolare evento di trama o l’ingresso in scena di un personaggio; in altri, come per Love Is ___ di Akira Kosemura, il rapporto tra le immagini e la musica è più sottile, e le due possono tenersi per mano pur conservando la facoltà di separarsi in qualunque momento.
A questo punto è necessaria una precisazione: la serie Love Is ___, di cui ovviamente l’album porta il nome, è andata in onda esclusivamente sull’Oprah Winfrey Network (si, avete capito bene, Oprah ha un suo network dedicato), un canale della TV via cavo statunitense capitanato dalla leggendaria conduttrice televisiva al quale noi poveri figli di un transatlantico dio minore non abbiamo accesso.
Evidentemente la Schole Records ha ritenuto di poter sfruttare lo slancio della fanbase della serie TV per aumentare la risonanza della pubblicazione della soundtrack; sfortunatamente per loro, in questo lato del mondo le informazioni su Love Is sono arrivate in sordina, per non dire che non sono arrivate affatto. Stando a quanto riporta la scarna pagina di Wikipedia in lingua originale, la serie ruota intorno ad una coppia appartenente alla corrente Black Power, che nel 2017 racconta la storia di come si sono innamorati e della loro scalata al successo nella Hollywood degli anni ’90.
Che fosse una dramedy a sfondo romantico potevamo anche desumerlo dal titolo, ma questa è forse l’unica informazione di cui abbiamo bisogno per avvicinarci alle composizioni di Akira Kosemura. L’album contiene ben 39 tracce, di lunghezza variabile (la maggior parte di esse non arriva ad 1 minuto, o lo supera di poco), e punta (idealmente) alla parte emotiva dell’ascoltatore.
È evidente che Kosemura non sia nuovo al mondo delle soundtrack: i suoi brani, tutti rigorosamente strumentali, sono melodicamente piuttosto semplici e presi singolarmente, per quanto piacevoli, lasciano un po’ il tempo che trovano. E qui veniamo alla scindibilità della soundtrack: il lavoro di Kosemura evidentemente si presta bene all’accompagnamento di un certo tipo di prodotto televisivo/cinematografico, tanto che potrebbero essere applicati indiscriminatamente a una qualunque delle commedie romantiche americane degli ultimi 30 anni, da Love Actually passando a Il Diario di Bridget Jones.
Siamo di fronte ad una collezione piuttosto fluida di ballate per pianoforte che non presentano particolari pregi, ma nemmeno particolari difetti. Non c’è, in sostanza, nulla di nuovo o clamoroso; ciò non toglie che Love Is ___ sia comunque un ascolto gradevole, ben scritto e ben eseguito. Dal punto di vista compositivo spiccano comunque brani come Storm Out, frenetica cavalcata per piano dai ritmi incalzanti e dalla forte personalità, e I Love You, serenata un po’ melensa ma impreziosita da un’interessante sezione di archi.
Ad Akira Kosemura vanno diversi meriti. Intanto è riuscito a centrare benissimo l’atmosfera di romanticismo che dovrebbe accompagnare una serie con le premesse di cui sopra (unico elemento di valutazione per chi, come si diceva, la serie non può vederla). Da una prospettiva più panoramica, in quanto fondatore della Schole Records, Kosemura sta facendo un gran lavoro per mettere in risalto un certo tipo di musica nipponica, o comunque ispirata al Giappone e ad alcuni suoi canoni estetici.
Troppo scoordinato per essere un musicista, troppo stonato per cantare, troppo povero per fare il produttore, sin dalla tenera età si decide a stare dal lato più affollato dei concerti (con l’eccezione di quelli di Bruce Springsteen, dove contare i membri della band è un’impresa). Cresciuto a pane e blues (a volte solo il secondo), dimostra sin da subito una straordinaria abilità nel ricordare a memoria i testi delle canzoni, il che purtroppo non gli è stato di nessun aiuto durante gli anni della scuola. Laureatosi con disonore nel 2015 in Giurisprudenza, oggi è avvocato, progettista, grafico, artigiano del cuoio, il tutto disponendo comunque della classica dotazione di due arti per lato del corpo, una coppia di orecchie ed un’unica, del tutto ordinaria massa cerebrale.
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