Hum, il nuovo disco di Alain Johannes: una via di mezzo tra la salvezza e la caduta
Hum, questo è il nome del nuovo disco di Alain Johannes, un elegante e necessario prodotto che si presenta da un lato come una richiesta d’aiuto al mondo e dall’altro un modo per liberarsi dall’oscurità che costantemente blocca la nostra creatività e la vita stessa.
Almeno questo è stato per Alain Johannes, musicista poliedrico sia per la varietà di strumenti da lui utilizzati, sia per la varietà di generi da cui attinge per la creazione della sua musica.
Hum è un disco dove il suono della chitarra acustica, che riprendere alla lontana lo stile blues e country, fa da protagonista mentre si muovono in sottofondo, come onde, linee di pad e archi cupi che conferiscono corposità ai brani.
Scritto e registrato in soli dodici giorni, caratterizzato da delicate emozioni, una semplice ma efficace armonia vocale, Hum esprime in modo profondo e dettagliato le capacità di songwriting di Alain e la sua forza emotiva.
I temi del disco sono quelli classici appartenenti al mondo del cantautorato: il dolore, i dubbi, l’ansia, ma anche la gioia di riuscire a superare grazie ai ricordi, quegli stessi che hanno creato l’oscurità nel cuore, a superare ogni difficoltà. In questo modo, attraverso questo viaggio canoro nella memoria e nei periodi più bui di Alain Johannes, Hum diventa un modo per esorcizzare le difficoltà, per trasformarle in piccolezze da schiacciare; diventa un universo di pace in cui abbandonarsi e lasciarsi alle spalle il passato, senza bisogno di dimenticarsene, ma semplicemente superandolo.
Dall’elegante, strimpellante e inebriante gemito di Mermaid’s Scream al tocco sognante di Free, Hum illumina l’abile musicalità e la dinamica voce di Alain. Il viaggio culmina con Finis. Con la chitarra in mano, l’epilogo invia un messaggio toccante all’amore della sua vita. Hum è stato, per l’artista, un lavoro di completa liberazione che gli ha permesso di esprimere pienamente la propria interiorità duale che però non si è mai arresa nel tentativo di trovare una via di soluzione al binomio. Dal dolore più profondo, all’esaltazione dell’esistenza, Hum è un disco completo sotto il punto di vista narrativo, esattamente ciò che ci si aspetta da un artista navigato e con esperienza del calibro di Alain. D’altro canto, nonostante la volontà e la tecnica di costruzione siano di raffinata fattura, il disco non regge sul piano emotivo e dinamico.
Le melodie, sia strumentali che vocali, risultano alquanto piatte e le dinamiche faticano a distinguersi durante un ascolto prolungato. In questo modo l’enfasi narrativa passa in secondo piano, poiché è la musicalità stessa a deconcentrare e a sviare l’ascoltatore.
In sintesi buone intenzioni, ma senza successo.
Sergio Mario Ottaiano, classe ’93, Dottore in Lettere Moderne alla Facoltà di Lettere e Filosofia Federico II di Napoli. Musicista, giornalista, scrittore, Social Media Manager, Digital PR e Copywriter. Presidente del giornale Terre di Campania. Proprietario di Arcanum Fumetteria. Collabora per Music Coast To Coast, Fumettologica, BeQuietNight e MusicRaiser. Ha pubblicato svariati racconti e poesie in diverse antologie; pubblica con Genesi Editrice il romanzo dal titolo “Un’Ucronìa” Il 1/4/2014; pubblica con Rudis Edizione il saggio dal titolo “Che lingua parla il comics?” il 23/1/17.
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