Passato e presente si fondono nel mistero secondo Alberto Boccardi
In uscita il 3 aprile 2020 in digitale, il 14 dello stesso mese in vinile, Cairo Primo è il terzo album firmato Alberto Boccardi. Il disco, pubblicato da Oltrarno Recordings, fa in modo che la tensione e la calma diventino energia.
A sei anni da Fingers (Cassauna / Rec. Importante), Alberto emerge con i suoi ricordi personali del tempo trascorso nella metropoli egiziana, un diario segreto in cui raccontare i momenti trascorsi nella capitale d’Egitto.
Nove paesaggi tra ambient e musica elettroacustica descrivono appieno la città che non dorme mai. Il viaggio inizia con le atmosfere rarefatte di I: il primo capitolo è una texture complessa ma allo stesso tempo delicata che gioca sulle suggestioni e con esse riesce a essere fortemente emozionale.
III lascia spazio all’istintività di Boccardi: se da un lato viene fuori il carattere meditativo del Cairo, dall’altro emerge la voglia di sperimentare attraverso l’uso dei modulari e la ricerca timbrica che l’artista porta avanti già dal suo primo lavoro solista.
In VI il suono vira in territori ambient atmosferici, giocando con le pause, con droni leggeri, con implosioni e pulsazioni dal carattere umano. Quasi un attimo di respiro prima di continuare nel percorso disegnato dal nostro. Dinamiche in crescendo e un sound più metallico e corposo per IX, un alienante paesaggio distopico che riesce bene a descrivere la visione del musicista triestino.
Cairo Primo di sicuro non è un album facile ma che va approfondito e ascoltato più volte per poterlo assimilare e comprenderlo pienamente. Un lavoro eterogeneo che, nonostante ci mostri le diverse dimensioni di Boccardi, ha una forte identità. Resta comunque un album che sa giocare sia su un crescendo di emozioni sia su un linguaggio utilizzato che va ben oltre i confini di un genere.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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