Ascolta in anteprima Death Erotic, lo split album di Dmitri Monolith e Potier, in uscita il 26 febbraio per Solium Records.
Death Erotic è uno split album tra l’artista noise italiano Dimitri Monolith e il noise maker francese Potier. Questo lavoro esplora gli angoli più oscuri della natura umana, incanalando la depravazione e il caos che emergono in contesti politici e sociali estremi. L’obiettivo è portare in superficie, attraverso il suono, gli istinti repressi e primordiali che si celano sotto le convenzioni sociali, pronti a risvegliarsi quando la moralità crolla.
Il concept dell’album nasce dalle conversazioni tra Dimitri Monolith e Potier sul comportamento umano durante il crollo dei regimi. Ispirandosi ad atrocità storiche e alla disintegrazione psicologica degli individui in tempi di collasso, Death Erotic si immerge nella mancanza di legge e nella perversione di quei momenti. Alcuni campioni presenti nell’album provengono da Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini, un film che incarna la discesa nella brutalità sfrenata sotto il fascismo.
Dimitri Monolith spiega:
“Liberare le più profonde perversioni e i più oscuri aspetti animaleschi—questo è lo scenario che volevamo evocare con il nostro concept.”
Il Lato di Dimitri Monolith
Dimitri Monolith crea un’esperienza sonora al tempo stesso opprimente e cinematografica. Le sue composizioni indagano la psiche del potere e della sottomissione, esplorando il confine fragile tra civiltà e barbarie. Nel suo contributo a Death Erotic, composto da quattro tracce, rappresenta un riflesso angosciante della decadenza morale e dell’estremità umana, in netto contrasto con il brano unico e dilatato di Potier.
Una suite di quattro tracce che dipinge scenari di sottomissione, potere e disperazione:
- Androne – Un “vestibolo” sonoro ai temi dell’album, ispirato a Salò. Una porta forzata su un mondo di disumanizzazione. Pianoforte classico, chitarra, sintetizzatori e campioni ambientali creano un’atmosfera opprimente.
- I Piccoli Seni Diafani di Tjaša – Un paesaggio sonoro straziante che fa riferimento ai crimini di guerra sovietici durante l’invasione dei Paesi Baltici. Strumentazione analogica e elementi industriali, inclusi suoni manipolati di eliche d’aereo.
- Il Rituale della Vorlage – Uno studio sulle contraddizioni ritualistiche delle SS, che intrecciavano omoerotismo e violenza estrema. Composto da sintetizzatori FX e percussioni digitali.
- Le Volontà del Maresciallo – Un’ipotesi sonora sugli ultimi, disperati atti di perversione di un ufficiale militare condannato. Un mix di basso analogico, sintetizzatori ed elementi jazz—romantico, grottesco e rassegnato al collasso morale.
Il Lato di Potier
Il contributo di Potier a Death Erotic è un’unica, vasta traccia di 25 minuti—più una discesa nel terrorismo sonoro che un semplice lavoro di noise. L’obiettivo era creare un pezzo opprimente e implacabile, capace di riflettere l’imprevedibilità e la brutalità del collasso umano.
Il brano inizia con strati di strumenti suonati dal vivo, stabilendo un tono instabile: sassofoni, pattern di drum machine e chitarre distorte si insinuano nel mix. La base è cruda, radicata nelle influenze di free jazz e noise rock, con campioni rubati dalle sue precedenti band (Vingtième Siècle, Vermine, Goulag).
Da questo caos strutturato, il suono si disgrega. Il riff centrale si ripete ossessivamente, contorto e allungato, mentre trame ambientali minacciose emergono in sottofondo. Potier prende ispirazione da Cobra di John Zorn, implementando movimenti mutevoli all’interno di una struttura dinamica, creando un’improvvisazione guidata anziché un disordine assoluto.
Nel suo momento più abrasivo, il brano è scandito da campioni di maiali sgozzati, i loro grugniti gutturali intrecciati a loop vocali distorti, evocando un terrore primordiale. Echi di Ionisation di Edgar Varèse emergono nella follia percussiva, dove stridii metallici, voci deformate e ronzii meccanici si fondono in un incubo industriale.
A metà brano, una calma ingannevole: una giungla caotica di larsen e percussioni tribali immerge l’ascoltatore in un’atmosfera inquietante e allucinatoria. Qui, canti pygmei e chitarre dissonanti si sovrappongono prima di crollare in un mare di riverberi caotici.
Il climax reintroduce un campione deformato di tromba jazz anni ’20, tratto da Salò, trasformando la sua eleganza nostalgica in un atto finale grottesco. Il riff ritorna, più travolgente che mai, inghiottendo gli ultimi frammenti di struttura in un crescendo schiacciante e soffocante.
Perché Questo Tema?
Questo album esplora la natura ciclica della depravazione umana. Affronta una verità scomoda: nelle giuste (o sbagliate) circostanze, chiunque può diventare un mostro. Non esiste il bene o il male assoluto—solo il contesto.
Dimitri Monolith e Potier, pur con approcci distinti, condividono un obiettivo comune con Death Erotic: mettere il pubblico di fronte alla cruda realtà della natura umana, spogliata di ogni pretesa morale. Il loro lavoro è una provocazione, un monito che ci ricorda che, nei momenti più disperati della storia, l’animale dentro di noi non è mai troppo lontano dalla superficie.
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