Ale Hop ci mostra il lato oscuro del Sudamerica
Ale Hop viene da Lima, vive a Berlino ed è una ricercatrice e strumentista sperimentale peruviana. Compone musica elettronica, fondendo varietà di rumori, dal pop all’avanguardia passando per l’ambient e utilizzando complesse tecniche estese per la chitarra elettrica e campionando in tempo reale.
Apophenia, pubblicato il 20 settembre 2019 per Buh Records, è il suo nuovo lavoro: campioni sonori e field recordings utilizzati per reinventare le geografie del suono sudamericano.
Le otto tracce che compongono Apophenia vertono su trame di chitarra che si fondono con ronzii, grida, sfrigolii e voci narranti, il tutto atto a creare un suono dalla sorprendente intensità fisica.
Un moog corposo sul quale scivola una voce parlata sono gli elementi fondamentali di Side Effects, attorno una serie di rumori creano un’atmosfera post punk che ci catapulta in un immaginario sci fi punk.
Lima coi suoi field recordings nasconde sotto la sua veste nera i rumori delle strade della città più popolata del Perù. Ma il vero protagonista di questo lavoro è il rumore servito in tutte le salse soprattutto in Onomatopoeia in cui tra l’elettronica pulsante si fanno spazio droni atmosferici stratificati.
Non manca un momento dedicato interamente alla chitarra: Puñales, cover di Ulpiano Benitez, è un blues ruvido e malato che unisce la tradizione con l’innovazione.
Saturo di strati di distorsioni e atmosfere sbalorditive, la titletrack è un piacevole ronzio, una soundtrack perfetta per le giornate cupe e uggiose che combina il rumore con synth pop.
Ale Hop è una cuoca superlativa nel cucinare insieme diversi ingredienti che danno al suo piatto quel contrasto tra sapori in grado di funzionare bene tra loro. È questo il succo di Apophenia, un album che alla fine dell’ascolto lascia sazi e soddisfatti.
L’LP è accompagnato da due immagini in bianco e nero del fotografo peruviano Gihan Tubbeh che nascondono la stessa natura poetica della musica di Ale Hop.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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