Ale Hop & Laura Robles: reinterpretare i ritmi sudamericani
Agua Dulce vede per la prima volta insieme Alejandra Cárdenas alias Ale Hop e Laura Robles impegnate in un’affascinante fusione di ritmi afro-peruviani e sperimentazione con sintetizzatori e chitarra dissonante.
Rilasciato il 7 aprile via Buh records, il debut album delle due musiciste peruviane si presenta come una decostruzione radicale dei ritmi tradizionali della costa peruviana, in cui il cajón elettrico autocostruito gioca un ruolo centrale.
Simbolo di resistenza, sperimentazione e tradizione, questo strumento mantiene il suo carattere tribale nonostante Hop e Robles si spingano verso un sound futuristico. Il risultato è un album che riprende i ritmi di danze come Landó, Zamacueca, Festejo, Alcatraz, Lamento e Son de los diablos, elettrificandole e mutandole in texture complesse, o rafforzando il carattere fisico del cajón attraverso la ripetizione e la distorsione.
L’apertura affidata a Son de los Diablos si basa sul classico suono del cajón reinterpretato in chiave industriale caricato di fuzz e distorsioni. La prima traccia avvolta da un’atmosfera cupa, lascia nell’ascoltatore un costante senso di tensione dato dall’uso del synth della Hop e della ritmica incessante. Un mix di folklore e innovazione che chiarisce fin da subito la direzione intrapresa dal duo. Mentre nella opener i toni sono inquietanti, con la title track Hop e Robles propongono un’esperienza d’ascolto immersiva: il tappeto profondo e ambientale fa da sfondo all’ipnotica struttura ritmica dai suoni cingolanti che rendono la composizione imprevedibile.
A seguire Defensoras del Morro si rifà ai ritmi della techno, la Robles li ripropone sottoforma di pattern dal suono metallico che ben si sposano con le parti acide della chitarra dissonante. Nel finale la traccia accelera culminando bruscamente con un tripudio di percussioni e impulsi elettronici.
Agua Dulce è un lavoro imprevedibile: Ale Hop e Laura Robles reinterpretano i ritmi dell’America Latina esaltando la potenza sonora del cajón.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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