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Alla scoperta dell’anima artistica di Alessandro Martire

Il pianista e compositore Alessandro Martire nasce a Como nel 1992. All’esordio con Share The World, la sua è una miscela di musica classica e contemporanea, con elementi derivati dalla musica pop e minimalista. Uno stile personalissimo che l’ha portato ad esibirsi in prestigiosi teatri di tutto il mondo. Dopo aver suonato sul lago ghiacciato di Staz, il 16 aprile sono usciti 4 remix dei suoi brani tratti dal primo album firmati da Mathame, Havoc & Lawn, BLR e John Talabot.

Partiamo dagli inizi. Come ti sei avvicinato al pianoforte e quando hai capito che la tua passione stava diventando qualcosa di serio.

La mia passione per la musica è nata da bambino. Ho iniziato a suonare quando avevo 7 anni e a comporre a 15, fino ad arrivare a oggi con tre dischi pubblicati, tra cui l’ultimo uscito proprio nel 2020, Share The World.  Ho seguito un percorso di studi ben specifico, passando anche per vie americane, da Berklee. Ho sempre avuto un’empatia incredibile nei confronti della musica: iniziare a comporre è stata un’altra scoperta, un nuovo modo di conoscere e reinterpretare i brani, rendendo il tutto ancora più stimolante. Dentro di me ho sempre sognato che questa grande passione diventasse un lavoro, quindi non c’è un preciso momento di svolta, ma una graduale e costante crescita.

Quali sono gli ascolti che hanno segnato il tuo percorso artistico?

Fin da piccolo ho sempre ascoltato tutti i grandi compositori del mondo del cinema. I miei esempi sono Ennio Morricone e John Williams, ma anche compositori pop e jazz meno conosciuti.

Dopo un anno molto positivo segnato dalla pubblicazione del tuo album Share the World, hai pubblicato 4 remix. Come è nata l’idea di cambiare veste alla tua musica e come sono nate le collaborazioni con Mathame, Havoc & Lawn, BLR e John Talabot?

Al primo ascolto è stato strano riascoltare i miei brani in queste nuove vesti. Subito dopo però è prevalso l’apprezzamento per questi remix che alla fine penso rivelino una natura sommersa intrinseca a queste melodie, della quale io stesso non ero del tutto consapevole. Ho scoperto con piacere che il mio genere di musica, oltre a essere particolarmente adatto a utilizzi cinematografici, ben si sposa con il mondo dell’elettronica e della musica dance. Collaborare con DJ fama internazionale poi è stato molto gratificante. Era un tipo di collaborazione che desideravo da tempo. Le collaborazioni nascono da una stima reciproca con i producers che hanno lavorato alle tracce.

Tra le undici tracce di Share The World, come è avvenuta la scelta dei 4 brani da remixare (Breath, A Turn of the Page, Truth e Shadows Of Desire)?

I brani sono stati selezionati direttamente dai producers, in base ai loro gusti e alle loro volontà di adattamento alle tracce secondo i loro stili.

Artisti del calibro di Nils Frahm, Olafur Arnalds o Fabrizio Rat, hanno stravolto le regole del gioco. Il pianoforte è stato contaminato con l’elettronica, new age o techno. Pensi che l’uscita dei remix permetterà alla tua musica di fare ulteriori “step” e di virare verso nuovi lidi, trovando ulteriore linfa attraverso influenze differenti?

Il mio progetto artistico e’ ben definito. La contaminazione con l’elettronica è sicuramente un aspetto interessante, ma non centrale nel mio progetto come altri artisti. Il remix package è un progetto parallelo, che sicuramente anche per i futuri album sarà molto bello portare avanti.

Nonostante la tua giovane età, hai all’attivo 4 tour mondiali. Quali sono le differenze che hai riscontrato tra il pubblico e le strutture italiane con quelle del resto del mondo?

Condividere la musica in tutto il mondo è il cuore pulsante del mio progetto artistico. Le differenze culturali alimentano la mia creatività e la voglia di scrivere nuova musica. Sicuramente ci sono differenze e diversi approcci culturali, ma e’ anche la cosa bella e unica della musica, condividerla con tutto il mondo.

Hai qualche progetto che ti piacerebbe realizzare con la tua musica? Colonne sonore? Collaborazioni?  

Le  colonne sonore sono una mia ambizione. Scrivere musica per immagini è suggestivo e unico allo stesso tempo, inoltre dà grande valore alla musica che scrivo. Quindi mi piacerebbe molto approfondire questo mondo e ovviamente aprire nuove collaborazioni.

Cosa ti aspetti dal futuro? Hai un obiettivo prefissato che vorresti raggiungere?

Gli  obiettivi sono quelli di continuare a scoprire nuove cose e portare avanti i miei progetti artistici con grande dedizione. Ho tante idee, ma serve il tempo giusto per realizzarle.

Prima di salutarci vuoi lasciarci con un pensiero o una citazione che rispecchia il tuo modo di intendere la vita e la musica.

Penso che sia esplorare il mondo per conoscere sé stessi, e quindi conoscere la propria anima artistica più profonda e condividerla con tutti.



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