Dalla cinetica alle vibrazioni del suono per Alex White
Transductions è il tentativo di Alex White di colorare il pianoforte acustico con strutture e sistemi elettronici nella loro forma più semplice e minimale. L’album, pubblicato il 5 giugno 2020 per Room40, è stato registrato utilizzando un Diskclavier, un piano acustico che può essere controllato da una sorgente MIDI esterna, in modo da poter scambiare i toni e le timbriche del piano acustico con quello di un synth modulare.
Le otto tracce del disco sono un concentrato di suoni dinamici, complessi e spesso rumorosi, resi possibili attraverso la sintesi: il pianoforte è interconnesso alla componente analogica per ottenere sistemi fragili e irregolari dalle complesse texture.
In apertura Cheekbone Against Window Of Car dall’impronta intimista, è la somma di arrangiamenti veloci e oscillatori a bassa frequenza (LFO), si crea così una sorta di peculiare polifonia pianistica. Con Cheekbone Against Window Of Train si ripete incessantemente lo stesso arpeggio, il loop gioca sulle timbriche in modo da non far risultare stucchevole e ripetitiva la traccia. White costruisce un pattern con le note del piano, controllandolo attraverso il modulare il quale produce i dati MIDI attraverso un’esecuzione improvvisata di patch generativi.
Bicycle Rear Wheel Lateral Movement è un inarrestabile fluire di note dalla forte sensibilità armonica, l’istintività della macchina al servizio dell’uomo è così impercettibile che ci porta a considerare questa tavolozza moderclassical come frutto della manualità dell’essere umano. Eppure di manuale c’è ben poco, White ci mette l’idea e i mezzi per realizzarla, al resto ci pensa il piano generativo. A guidare Water Hammer è il semplice istinto, una suite turbinosa e suggestiva che attinge fortemente dalla Continuous Music di ricerca Lubomyr Melnyk
Al suo quarto disco il sound artist Alex White controlla il piano acustico attraverso un synth modulare, un concetto affascinante e un metodo davvero unico per affrontare la sperimentazione acustica e la nozione di composizione. Con Transductions siamo davanti ad una vera e propria lezione di fisica, dalla cinetica alle vibrazioni del suono.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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