L’interazione tra uomo e macchina secondo Anacleto Vitolo
Nuovo lavoro per Anacleto Vitolo: Latite è il secondo album pubblicato per Aulicus Classics con il quale il compositore elettroacustico prosegue il suo percorso di ricerca sull’interazione tra uomo e macchina.
Il nostro lavora con tanti piccoli suoni che generano grani densi in modo da ottenere un parallelismo tra l’estetica dei brani e le caratteristiche dei minerali che danno il nome alle composizioni.
Latite è formato da nove tracce realizzate attraverso l’uso di strumenti elaborati in modo tale da fondersi e confondersi con il materiale elettronico sintetico e il live electronics fino ad amalgamarli in modo completo e indissolubile.
L’album si apre con le geometrie minimali di Rhyolite, una traccia di matrice industriale basata su una melodia centrale che va a spezzare il caos metallico generato da percussioni elettroacustiche ed impulsi elettronici. A seguire Selenite è un intricato groviglio di suoni manipolati, cigolii e sibili tra inquietudine e suggestione. Un mix di elementi che si concretizza nello stile ormai consolidato del compositore campano.
L’Una, la quarta traccia, combina l’elettronica con la potenza delle parole: un momento carico di pathos durante il quale l’intrigante voce recitante è accompagnata da un materiale sonoro scarno e minimale in grado di esaltare il potenziale della parola.
La title track è un insieme di frammenti sonori destrutturati e feedback metallici intervallati da momenti di silenzio che rendono la narrazione altamente fluida, un equilibrio tra le parti tale da rendere l’ascolto piacevole e mai pesante. Bauxite viene scolpita a partire da un substrato sonoro composto da tintinnii, dissonanze e frammenti percussivi che a contatto tra di loro impazziscono generando un’intricata e complessa trama in continuo mutamento.
Latite è un album in bilico tra turbolenti passaggi di matrice elettroacustica e modulazioni sintetiche dosate sapientemente da Anacleto Vitolo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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