Tempo, l’ultimo Ep di Andrea Fornari che chiude una trilogia e apre a nuovi lavori
Elettro folk accattivante di respiro internazionale, questo il tratto distintivo di Andrea Fornari, polistrumentista di Torino classe ‘87.
Tempo è il nome dell’Ep in uscita il 7 febbraio per Ghost Records che a detta dello stesso Fornari, chiude una trilogia, un cerchio tracciato con i precedenti Home e Era, lavoro quest’ultimo che ritroviamo nella serie TV Untraditional di Fabio Volo.
Tre tracce, chitarra acustica su beat elettronici, trame melodiche da pop oltreoceano per un tempo che si declina nella fame di voler cogliere ogni momento, nella paura di non essere pronti abbastanza pronti per questi tempi; tempo che è lettura di nostalgie malinconiche e visione di belle speranze.
Bright Lights, Superstar, Too Young Too Afraid, sono un’energica e orecchiabile pacca sulle spalle che si lascia godere senza pretese, con melodie pop che ci sono familiari, con un chiaro riferimento al registro di Ed Sheeran in special modo nella traccia che chiude l’Ep. Un sound fascinoso e accomodante che accompagna il “viaggio all’interno della giungla di pensieri e parole che ognuno di noi si porta dentro”.
Tempo è il racconto scanzonato di ansie, aspettative e buoni propositi. È il giorno libero dalla routine, il disco marpione che rende leggero il cuore.
Nata ad Aversa, da qualche anno a Bologna; belli portici, il melting pot culturale, i tortellini, i concerti, ma l’umidità resta un problema serio. Osservo il mondo immaginandovi una colonna sonora e se c’è del romanticismo alla Serendipity, questa sarà sicuramente Mind Games. La prima cosa che mi interessa dei concerti sono le luci, le luci e la gente. Sogno che un giorno si ritenga importante una rubrica del tipo “La gente che va ai concerti”. Alle feste mi approprio con prepotenza, del ruolo di dj, e adoro quando arriva il momento dei Bee Gees. Faccio classifiche per ogni aspetto dello scibile umano, playlist per ogni momento topico della vita. Canzone d’amore più bella di sempre Something (ma penso di essermi innamorata con Postcards from Italy), per piangere Babe I’m gonna leave you, colazione con Mac de Marco, quando fuori è freddo i Fleet Foxes, ma se c’è divano e film, è subito Billy Joel. Riflessioni esistenziali con Bob Dylan e Coltrane, mi incanto col manuche, shampoo con Beyoncè, terno al lotto con i Beach Boys, libiiiidine con Marvin Gaye. Stupore e meraviglia con The Rain Song, Nina Simone se necessito di autostima, forza e coraggio, sogno infinito con Sidney Bechet.
Potrei continuare, ma non mi sembra il caso. Si accettano suggerimenti e elargiscono consigli.
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