Il post-rock psicologico di Ocean
Pubblicato il 2 aprile, Ocean è il primo lavoro da solista del chitarrista milanese Andrea Mainini, già membro della death metal band Ammonal e dei Nero And The Doggs.
Si tratta di un progetto indipendente, le cui tracce, prevalentemente strumentali, sono il racconto di un percorso di riabilitazione psicofisica avviato allo scopo di acquisire maggiore consapevolezza e di accettare che l’esistenza, così come qualsiasi cosa, è assoggettata alle leggi del tempo. Verrebbe da citare il filosofo dell’antichità Eraclito, al quale è attribuito il celeberrimo Panta Rei, principio secondo il quale tutto è in divenire e nulla resta così com’è e chissà che Mainini non sia stato proprio influenzato da questa teoria.
Nel disco, l’artista, che è accompagnato da una schiera di ottimi musicisti, mette in scena una coreografia sonora post-rock, pur manifestando grande interesse per il rock duro e puro, e soprattutto, senza mai nascondere il significativo background metal.
L’album si apre con Post Trauma, brano marcatamente post-rock caratterizzato da un’atmosfera da “quiete dopo la tempesta” che vuole rievocare la sensazioni e gli stati d’animo degli istanti successivi ad un evento traumatico. In Mindfulness invece le influenze sono molteplici: se il groove “heavy” è indizio dell’inclinazione e della formazione metal del chitarrista, gli sviluppi successivi del brano lasciano intravedere un interesse sia per l’hard rock degli anni Settanta che per la psichedelia.
Si arriva così ad Ocean, title track molto elaborata, che si apre con la recitazione di una poesia su un tappeto di chitarra cui segue l’ingresso del bel violoncello di Liz Hanks. Le rimembranze floydiane qui sono tangibili, anche se nel complesso sembra di assistere più ad un saggio sulla bravura dei musicisti che a qualcosa di emotivamente impattante.
Al contrario, in Silent Love le trame chitarristiche di Mainini si addolciscono e si uniscono al suono gentile del piano suonato da Nicolas De luca in una deliziosa ode all’amore. Sunny Day è nuovamente una testimonianza di grande fragore post rock mentre Let them go, brano che chiude il disco, è per distanza la migliore composizione di Ocean. Un velo di nostalgia si cela dietro la voce di Ivy Marie, che qui duetta con Mainini, in una perfetta cartolina alt-rock / emo- rock.
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