Anèdone: l’antidoto rock alla superficialità
Tra me e la realtà
Francesco ‘Franz’ Martinello è il suo ‘vero’ nome, La Superficie delle Cose il titolo del suo primo disco da solista, Anèdone la superficie che copre tutto questo. Questa introduzione serve più ad anticipare e più o meno introdurre al tema dell’album, più che a formulare un’invettiva ai danni dell’artista, ovviamente! Ma, appunto, diventa quasi necessaria per rompere immediatamente le righe e mostrare la realtà, come è l’intenzione del nostro cantautore. Il disco è il risultato di una carriera itinerante che lo ha portato dal Veneto al Friuli, sempre in bilico tra un effetto punk, un altro un po’ folk e una nota sempre decisamente da cantautore, tanto che di grande importanza sono i testi di Franz.
Tra suoni elettrici ed acustici, si apre La Superficie delle Cose, brano omonimo dell’album a cui è anche affidato il compito di aprire le danze. È sicuramente il brano cardine del disco, che esplica una denuncia importante contro la visione della realtà che resta in superficie, appunto, sulla quale si depositano gli stati d’animo violenti, arrabbiati, sulla quale vivono i luoghi comuni e le menzogne del vivere. Pezzo più dinamico, da un punto di vista musicale, è Giorni D’Ottobre, scandito da una chitarra più alternativa. Chiodi e Babbo In Prigione, cadenzati e un po’ ribelli, bruciano l’impatto sonoro con piccoli dettagli interessanti e che colorano la stesura del brano. Il rock d’autore di Anèdone continua ad esprimersi con Sogno, che si apre con il discorso in sottofondo di Martin Luther King, il suo I Have A Dream. Accompagnato delicatamente dallo strumento, il messaggio che ne proviene non è per niente delicato, ma anzi dirompente, come ogni riferimento che si può fare a questo grande spaccato di storia, un’altra superficie da alzare per vedere cosa si deposita al di sotto, e in questo caso, la verità e la giustizia. A questo punto, La Veglia che chiude il disco, affidandolo completamente ai suoi destinatari, con la speranza di aver, almeno, fatto sorgere qualche domanda, ma soprattutto qualche reazione, un volo ostinato e contrario alla superficie.
La Superficie Delle Cose è un album concepito, specialmente, per i live, tanto che Anèdone si fa accompagnare da Francesca ‘Meggie’ Covre per le doppie voci e la chitarra e da Giacomo ‘Jacu’ Iacuzzo alle percussioni. Oltre la superficie del disco, quindi, esiste la sua reale intenzione, tutto da scoprire on stage.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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