Aniello Perduto: creatività ed eclettismo al servizio dell’avant-jazz
Dal mosaico dell’agnello sacrificale mi sarei aspettato di ascoltare musica sacra, ma guai a giudicare un disco dalla copertina! Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana è un Lp di matrice avant-jazz, nevrotico, in continuo e inesorabile mutamento, realizzato sovraincidendo sax soprano, sax alto e batteria.
L’album firmato da Aniello Perduto, pseudonimo del sassofonista e batterista abruzzese Roberto Di Blasio, pubblicato dall’etichetta italiana Setola di Maiale, è un lavoro eclettico, tanto free-jazz quanto avantgarde, musica unica, vertiginosa e imprevedibile che fa capo alle melodie dei fiati e ad una scarna quanto essenziale sezione ritmica.
Sedici tracce dai titoli bizzarri, sincopate e ossessive, per un continuo sali e scendi ricco di contrappunti da cui arrivano stimoli sonori che si propagano in ogni direzione e rimembranze di stili differenti. Un continuo cambio di rotta, tanto da avere una continua miscela di suoni e identità che rendono Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana un lavoro variegato, ricco di sfumature.
Brani come Urto si nutrono di strati sonori di fiati e mantra ritmici, poche note che ricamano un’atmosfera circense, divertente e spensierata, mentre nella sua essenza minimale la ritmica dona ulteriore slancio emotivo al brano.
Piccole schegge che non superano mai i tre minuti, come I topi ballano, un brano dall’andamento lento e il carattere teatrale che gira attorno alle melodie avvolgenti del sax sulle quali vengono sovrapposte altre linee di fiati per dare corpo alla traccia.
Crescete e moltiplicativi è un’anomalia rispetto alle precedenti tracce: undici minuti durante i quali le note del sax, apparentemente disordinate, si frantumano e si rigenerano, danno corpo ad una composizione stratificata.
Quasi quaranta minuti di musica originale, radicata nel jazz e nell’avanguardia, libera da vincoli di genere. Cade la neve sovrana, vicina è la stella lontana non è sicuramente un album di facile ascolto, che necessita di diversi ascolti prima di essere compreso e apprezzato nella sua interezza.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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