ANOHNI and the Johnsons: un ponte tra passato e futuro
Ne sono passati di anni dall’ultimo lavoro coi Johnsons, 13 anni dall’uscita di Swanlights, e 7 dall’album solista Hopelessness, ma l’attesa è stata ripagata con My Back Was A Bridge For You To Cross che segna il ritorno di Anohni.
Pubblicato il 7 luglio per Rough Trade e Secretly Canadian, My Back Was A Bridge For You To Cross è un disco pieno di sentimento che vuole ispirare le generazioni successive, un’esperienza calda e avvolgente, tenera e brutale, ma anche gioiosa e intima.
Realizzato con il produttore britannico Jimmy Hogarth (Duffy, Amy Winehouse), l’album esprime una visione del mondo attraverso una vasta gamma di tematiche, attraverso la lente personale di Anohni che affronta la perdita di persone care, la disuguaglianza, l’alienazione, l’accettazione, la crudeltà, l’ecocidio, la devastazione causata dalle teologie abramitiche, il femminismo del futuro e la possibilità di trasformare i nostri modi di pensare, le nostre idee spirituali, le nostre strutture sociali e le nostre relazioni con il resto della natura.
It Must Change apre la tracklist e tocca subito uno dei temi principali dell’album: stiamo sfruttando l’ambiente e per questo siamo destinati a scomparire. “No one’s getting out of here/That’s why this is so sad” risuonano inquiete e rassicuranti allo stesso tempo con la voce di Anohni sensuale e morbida, poggiata su un tappeto soul folk per arrivare dritta al cuore.
La successiva Go Head nella sua semplicità mette in luce il lato politico ed esposto di Anohni: il brano è composto da chitarre distorte e campioni di lemuri e si presenta come un attacco verso chi sta distruggendo il nostro Pianeta.
Sliver of Ice ha un suono fragile e aggraziato, più “classico” alla Johnsons, un brano tutto in crescendo nato come omaggio a Lou Reed. Anohni racconta una discussione in cui Reed ha descritto la nuova sensazione di masticare il ghiaccio.
Scapegoat è un attacco esplicito alla transfobia, una canzone piena di rabbia con Anohni che esagera col vibrato trasformando la voce in uno strumento aggiunto. Jazz e rock convivono nella traccia con il finale trionfante affidati all’assolo di chitarra.
Di questi tempi My Back Was A Bridge For You To Cross è il disco di cui si sentiva proprio il bisogno, sincero e diretto, con ANOHNI and the Johnsons schierati in prima linea per contrastare la negazione globale. Anohni è sicuramente cambiata e nel cambiamento ha portato con sé la consapevolezza che con la sua musica può aiutare le persone, farle sentire meno sole e aiutarle nell’affrontare i propri cambiamenti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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