In viaggio nella notte con Anoushka Shankar
A sei mesi dall’uscita di Chapter I: Forever, For Now, l’acclamata virtuosa del sita Anoushka Shankar condivide il secondo volume della trilogia di mini-album ciascuno registrato in uno spazio diverso con diversi collaboratori. In Chapter II: How Dark it Is Before Dawn pubblicato tramite Leiter, la Shankar prova a espandere i suoi orizzonti, sia artistici che sonori, allontanandosi dalle rigide restrizioni della tradizione classica, esplorando paesaggi sonori mesmerici, dalle sfumature ambient.
Il secondo capitolo riprende da dove si era interrotto Chapter I dando vita a un viaggio nel profondo della notte, un luogo sicuro dove rifugiarsi, inteso dalla nostra come momento di guarigione e contemplazione.
Le sei tracce di Chapter II sono state scritte e registrate nello studio del compositore e produttore britannico Peter Raeburn e si differenziano da quelle dell’album precedente per gli elementi ambient che contribuiscono a creare una musica ipnotica e curatrice.
L’album si apre con l’atmosfera sognante di Pacifica, nella quale il sitar viene affiancato dai sintetizzatori e dal pianoforte. I diversi e delicati motivi s’intrecciano formando una trama dalle partiture musicali ripetitive, con la voce calda di Megan Wyler che s’incastra in essa con le sue morbide armonie.
A seguire in Offering la nostra usa il sitar con le sue note lunghe e persistenti come fonte sonora dalla quale ricavare una strumentale ricca di riverbero e sfumature. Le note vibranti mutano e si espandono trasformando i raga indiani in droni alla base di questa placida traccia ambient.
In The End è una rielaborazione di una canzone che Shankar e il pianista Danny Keane scrissero per la prima volta per la colonna sonora del 2017 del film muto del 1928 Shiraz: A Romance in India. Un brano gentile in cui l’intreccio di note del sitar e del pianoforte rompono le barriere della world music, ampliando il vocabolario sonoro della nostra alla musica neoclassica.
Chapter II: How Dark it Is Before Dawn è un album emozionante e immaginifico che rappresenta per Anoushka Shankar una fase di passaggio in direzione di nuovi territori allargando i confini del sitar.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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