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Chapter III: Rhythms of Friendship, un ponte tra culture diverse

Con il terzo capitolo della sua trilogia di mini-album, Anoushka Shankar si congeda dal suo viaggio musicale intrapreso due anni fa, invitando gli ascoltatori a esplorare un universo sonoro dove la tradizione incontra l’innovazione in modo impareggiabile. Chapter III: Rhythms of Friendship non è solo un titolo; è un manifesto sonoro che celebra le connessioni umane attraverso la musica, un lavoro che invita a riflettere, emozionare e danzare.

Sotto la sapiente direzione del polistrumentista Sarathy Korwar, Shankar porta la sua estrema maestria del sitar a un nuovo livello, facendo vibrare le corde non solo per creare melodia, ma per incapsulare istanti di autenticità e spontaneità. A differenza dei precedenti capitoli con i loro intrecci musicali più contemplativi, questo lavoro si distingue per la sua energia ritmica

La presenza del compositore Alam Khan, figlio del leggendario Ali Akbar Khan, aggiunge ulteriori sfumature al progetto, con il sarod che dialoga armoniosamente con il sitar. Ogni traccia è una storia, un “quadro” sonoro, istantanee di momenti condivisi, cariche di emozione, come suggerisce Shankar.

Attraverso ritmi ipnotici e groove avvolgenti, Chapter III è un viaggio sensoriale che celebra la bellezza delle differenze culturali, riflettendo sul potere della musica di unire gli individui in un’epoca in cui la connessione è preziosa più che mai.

Ad aprire le danze di Chapter III ci pensa Daybreak, la traccia d’apertura che si distingue per il suo tono gioioso. I groove e i ritmi ripetuti si fondono in un arazzo vivace e cinematografico, in cui il sitar e il sarod si intrecciano in una straordinaria stratificazione sonora.

In Dancing on Scorched Earth, gli artisti si uniscono in un’intensità collettiva, costruita su un’ipnotica semplicità ritmica. Usando un pedale POG, Shankar esalta la profondità delle ottave del suo sitar, rendendo così il brano ancora più intrigante.

We Burn So Brightly si distingue per il suo suono moderno e fresco, caratterizzato da un ritmo incalzante e da un groove jazzy che la rendono uno degli episodi più affascinanti dell’intero album.

In conclusione, Chapter III: Rhythms of Friendship non è soltanto l’apice di un percorso evolutivo che ha visto Anoushka Shankar esplorare e reinterpretare le radici della musica indiana, ma rappresenta anche un invito a riflettere sull’importanza delle relazioni umane in un mondo sempre più connesso, ma al contempo frammentato. Ogni nota e ogni ritornello si trasformano in un ponte tra culture diverse, quasi come se Shankar ci guidasse per mano in un viaggio collettivo, in cui l’ascoltatore non è solo spettatore, ma partecipe attivo.



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