Raccontare le immagini attraverso la musica secondo Apparat
Tra i protagonisti della musica elettronica mondiale, Sascha Ring aka Apparat torna a occuparsi di colonne sonore. È proprio con questa forma d’arte che Ring dà il meglio di se: un’osmosi tra astrattismo ed elettronica con l’uso non convenzionale di trombone, sassofono, arpa e contrabbasso, una combinazione di programmazioni e suoni analogici, prestati al film di Mario Martone, Capri Revolution.
Non è nuova la collaborazione con Martone, nel 2014 infatti Apparat ha curato le musiche per Il giovane favoloso, mentre con Capri Revolution, pubblicato il primo maggio da It’s Complicated Records, il musicista tedesco è stato tra i candidati al David di Donatello.
Spesso le colonne sonore senza l’ausilio della componente visiva sono semplicemente un assemblaggio di suoni differenti tra loro e senza un filo conduttore. Non è il caso di Capri Revolution: le tredici tracce composte con l’ausilio del suo collaboratore di lunga data, il violoncellista e polistrumentista Philipp Thimm, non sono solo dedite a completare il racconto d’immagini del Martone ma riescono ad avere una dimensione immaginifica immediata anche da sole.
L’anelito minimalista di Silia conferma quel costante inseguimento di una personale idea di canzone elettronica con il rigore classico, lontano dai canoni del dancefloor. Un beat scarno, glitch e synth avvolgenti si mischiano con gli strumenti acustici come nel caso di Plidoh e quella voce iper-realista tale da ricordare Ash/Black Veil ma in una chiave più classica e orchestrale.
Non manca di certo la forza narrativa che solo gli archi sanno dare (La Gravidanza, Harprer Caprira), quella robustezza e quel pathos dato dallo sfregare delle corde, il violoncello diventa il protagonista e Apparat lo risalta incorniciandolo con l’elettronica intima e malinconica.
Non mancano momenti dediti all’elettronica quella più pulsante e organica, arricchita da melodie e arpeggi, è il caso di Paestrum Neruvola che mette in luce, nella sua mutevolezza, tutte le facce del musicista tedesco.
Elegante e raffinato, un sound maturo dove niente è lasciato al caso, ogni minimo dettaglio è curato e sublime.Capri Revolution non è affatto un lavoro monocorde, anzi sta proprio nella sua varietà la forza di un album che non stanca.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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