Art Davis e l’innegabile fascino del pianoforte
Ascoltare una composizione per pianoforte è sempre qualcosa di magico ed incantevole. L’eleganza con la quale le dita scorrono leggere sui tasti intrecciando sensuali armonie è qualcosa di meravigliosamente poetico. Che sia Chopin, Debussy, Einaudi, Frahm, quello del piano è un linguaggio universale che passa attraverso le dita per arrivare al cuore e alla testa.
Il compositore americano Art Davis aggiunge a tutto ciò un’ innata capacità nel catturare le meraviglie della natura, istantanee che diventano composizioni e raccontano il mistero di una esplorazione.
Con Ghost Deer, il suo nuovo Ep pubblicato il 4 dicembre 2020 da Blue Spiral Records, ci immergiamo nella campagna che circonda casa di Davis, inseguendo un incredibile cervo pallido, soffermandoci a raccogliere i fiori o semplicemente ad osservare la pioggia che cade nello stagno.
Le sue impressioni diventano così quattro “poesie tonali”: tre brani per pianoforte e un brano per violoncello (eseguito da Clay Ruede) e pianoforte.
La title track è il tentativo di catturare la meraviglia di un incredibile cervo pallido, quasi bianco, che frequenta la proprietà di Davis. La composizione si muove lenta quasi da non volersi far notare dal nobile animale. Dal cervo ne riprende la fierezza e l’eleganza espressa in scintillanti e leggere armonie. Segue la minimale Last Rain che cattura quel momento in cui la pioggia inizia a cadere per la prima volta sullo stagno. Come la pioggia che scende lentamente così la traccia si muove con candore, eguagliando con poche note la magia della natura.
Quatrieme Bagatelle fa dialogare il piano e il violoncello in una danza nella quale i due strumenti si sfiorano, si rincorrono senza mai toccarsi veramente. Il momento più estatico dell’Ep. Night Bloom è il dipinto dei bellissimi fiori che sbocciano solo di notte nei boschi. Restiamo a bocca aperta al cospetto del flusso continuo di note che riprende la continuous music di Lubomyr Melnyk.
Ghost Deer è un Ep inebriante: Art Davis riesce nell’intento di farti sentire immerso e a contatto con la natura. Dieci minuti nei quali veniamo allontanati dalla vita di città per contemplare la bellezza della natura attraverso la forza immaginifica della musica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti