Ásgeir e il suo folk-pop riconosciuto da tutto il mondo
Un lavoro minuzioso
Classe ’92, dieci anni di carriera, milioni di dischi venduti, una fama che lo precede e ora il suo quinto album Time on My Hands. Ásgeir è l’artista islandese più venduto al mondo, apprezzato per il suo sound strutturato e consapevole alle prese con il suo nuovo lavoro in studio in uscita ad ottobre 2022 per la One Little Independent Records.
Il disco di Ásgeir conferma le alte aspettative nei suoi confronti dal primo ascolto. Tra acustica ed elettronica, Time on My Hands coniuga la riflessione di sé con la sperimentazione musicale e artistica e costruisce un folk-pop riconoscibile e accattivante.
Time on My Hands è stato anticipato dalla ballata elettronica Showblind, primo singolo e terza traccia del disco, brano che può al meglio rappresentare la pienezza sonora di Ásgeir. Le influenze di Caribou, Altopalo, Unknown Mortal Orchestra, Bon Iver e James Blake sono evidenti e sottolineate dai più e dallo stesso artista anche se è il caso di dire che il musicista e compositore islandese difende al meglio la propria identità.
La title track è il primo brano dell’album, scritto interamente in inglese, e lascia un’atmosfera sospesa anche grazie alla voce penetrante di Ásgeir. Alternando pezzi più romantici come Vibrating Walls o Blue ad altri più scattanti come Giantess e Like I Am, l’artista ha creato una bella dinamicità e un importante effetto sorpresa che accompagna la scoperta di Time on My Hands. Particolarmente sincopata Borderland, ideale per la fine e per un messaggio di attesa e introspezione l’ultima Limitless. Insomma, sembra evidente il lavoro minuzioso non solo di scrittura ma anche di presentazione e sequenza delle tracce.
Ásgeir ha prodotto un lavoro coinvolgente in cui la chitarra folk si sposa perfettamente con l’elettronica e in cui la sua voce accompagna e guida dall’inizio alla fine.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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