Atra Bilis: un inno alla drum and bass
Atra Bilis, dal latino bile nera, deve il suo nome alla teoria umorale di Ippocrate secondo la quale ciascun umore si relaziona con un elemento dell’universo. La bile nera dal greco Melancholìa, è “un fluido freddo e secco, generato dall’archetipo della terra” che il producer milanese trasforma in qualcosa di eterno come la musica. Nella sua musica convivono lo studio accademico con la libertà di sperimentare data dall’elettronica per una visione futuristica che si materializza in un Ep, Launch Into, pubblicato il 7 ottobre 2021 da Beat Machine Record.
Le due tracce di Launch Into catapultano l’ascoltatore in un mondo sci-fi fatto di breakbeats, samples e synth analogici oscuri per un mix di drum and bass, UK rave e jungle proiettato verso il futuro.
La prima traccia, 636, è un meticcio di breaks violenti e allo stesso tempo raffinati di matrice jungle, una bassline densa e synth acidi; questi elementi messi insieme danno vita ad un fluire organico, una traccia dai suoni cangianti e dalla struttura in costante trasformazione che mostrano la forte e ben definita personalità artistic del Nostro.
Con Melodry Atra Bilis manipola il suono fino ad ottenere un effetto spaziale sorretto dalla spasmodica ritmica, pattern violenti dai frequentissimi stop’n’go. I synth dalle sonorità crepuscolari vanno ad impreziosire l’architettura sonora dando colore e profondità alla traccia.
L’Ep si chiude con il remix di Melodry firmato dal mago dei breaks Richard Wilson aka Rognvald. Lo scozzese amplifica il lato malinconico della traccia ponendo la giusta attenzione alla parte ritmica che tra le sue mani diventa ancora più frenetica, arricchendosi di progressioni plastiche e spazialità atmosferica. Il dinamismo dei breakbeat la trasforma in una produzione tutta da ballare.
Con Launch Into Atra Bilis dà un saggio delle sue qualità, un inno alla drum’n’bass a suon di trame cupe e ritmiche durissime in funzione della sua urgenza espressiva.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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