Augustine riporta in vita Proserpine
Un’appassionata danza
Il mito racconta che un giorno Plutone, stanco delle tenebre degli Inferi, decise di affiorare alla luce e visitare la terra. Affascinato dalla visione di una fanciulla intenta a raccogliere fiori sul fiume Pergusa, la rapì e la portò nell’oltretomba rendendola la sua regina.
Questa è la storia di Proserpina, dea latina del mondo di sotto che precipitò nell’Ade e del suo doloroso accordo che rivive nelle trame simboliche della cantautrice Augustine.
Al secolo Sara Baggini, Augustine ha vestito i suoi panni per raccontare di un viaggio introspettivo sulle note di una musica leggiadra e profonda. In uscita il 16 aprile 2021 per I Dischi del Minollo e prodotto da La Cura Dischi nella persona di Fabio Ripanucci, Proserpine ritorna sulla terra e magari non solo per sei mesi.
Il lavoro è intenso e molto toccante. La voce di Augustine è il motore del disco, guida ineluttabile delle storie in esso traportate: delicata, tagliente, forte ed estremamente caratterizzante, tanto da immobilizzare l’ascolto sulle inflessioni di cui si appropria. Inoltre, il tutto reso con una naturalezza e un’eleganza che conducono Proserpine ad un livello superiore.
Da Tower Stones, che apre il disco, a My Love Speaks Flowers, che lo chiude, non c’è tregua e tutto si sussegue con grande maestria, si allarga e si ritrae come i desideri nascosti e le paure coinvolgenti che appartengono ad ogni cammino dentro il proprio inferno.
Piccole sfumature barocche si fondono alla classicità senza tempo, tessendo una sonorità dark folk che ben rispecchia le intenzioni stilistiche del disco, soprattutto in brani come Pagan, The Dark Place e Anemones.
Proserpine sembra rassegnata, ma con una palpabile tensione ancora nel cuore che la fa sopravvivere al tormento dell’eternità che non la libera dal suo destino. Augustine le ha dato una nuova voce, la sua, e con lei balla un’appassionata danza rock.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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