La sensibilità narrativa di Bad Pritt
Dietro ad un nome pop che suscita ilarità si cela un mondo magico fatto di suoni morbidi ispirati all’attuale corrente neoclassica e all’arte seriale, stiamo parlando di Luca Marchetto, alias Bad Pritt, già membro della band post-rock The White Mega Giant, autore di una musica cinematica e incantevole.
Dopo l’omonimo disco d’esordio, pubblicato da Shyrec nel 2018, arriva il suo secondo lavoro intitolato EP1, in uscita ancora per l’etichetta veneziana.
Sette canzoni per pianoforte per sette giorni di lutto, un viaggio introspettivo che affronta l’intimo tema della morte e la sua rielaborazione.
Brevi passaggi pianistici si erigono su strutture minimali e trame armoniche a partire da Day 1, una composizione solenne e malinconica. La prima traccia con la sua delicatezza verte a lenire il dolore della perdita e lo fa con la morbidezza del piano per un brano di musica classica contemporanea dalla coda ambientale e rumorosa.
Lo stile scarno di Pritt si apre ad una partitura orchestrale in Day 2 con l’ausilio degli archi a dare manforte alla trama pianistica, in un affascinante connubio che dà vita ad una melodia semplice ed essenziale carica di emotività.
Day 3 riprende la melodia della prima composizione arricchendola con i violini. Il terzo capitolo si sviluppa a partire dalle coordinate di una gelida architettura sonora intrisa di romanticismo: i violini si sovrappongono alle leggere note del piano creando un denso tappeto così intenso da fare subito presa sull’ascoltatore.
Day 6 è un brano da magone, l’autore mostra tutto il suo lato umano in una musica da camera nella quale la costruzione di emozioni avviene attraverso pochissimi elementi sonori.
Nella sua semplicità e brevità, EP1 è un lavoro intenso e magico, nel quale emerge la sensibilità narrativa di Bad Pritt, per una musica più di sostanza che di tendenza.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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