Balmorhea, tra bellezza e paura
Aria di cambiamento in casa Balmorhea che già con The Wind avevano accentuato l’aspetto classico e minimale della loro musica eliminando quasi del tutto la componente elettronica. Pendant World, il secondo album pubblicato il 16 giugno per Deutsche Grammophon, vede Rob Lowe e Michael A. Muller ampliare i propri orizzonti musicali con l’aiuto di amici vecchi e nuovi.
Ad affiancare il duo texano in questa nuova avventura oltre alle collaboratrici storiche Aisha Burns (violino/voce) e a Clarice Jensen (violoncello), ci sono Sam Gendel al sax, Joseph Shabason al sax tenore e al clarinetto, Jonat han Sielaff al flauto, Jason Treuting alle percussioni e Steph Jenkins e Lisa Morgenstern alla voce.
In Pendant World bellezza e paura si fondono creando tredici brani nei quali la componente minimale resta intatta trovando un nuovo slancio nell’energia sprigionata dalle collaborazioni coi vari ospiti. Una musica sublime e autentica che parla della fragilità della vita con sincerità, lasciando nell’ascoltatore un senso di conforto.
In bravi come Oscuros le melodie del pianoforte guidano gli strumenti acustici nella tessitura di una complessa struttura per musica da camera che sfocia in un sontuoso finale magnificamente chiuso da un intreccio di sonorità calde ed eteree. A seguire il singolo Step Step Step è caldo e avvolgente, impreziosito dalle incursioni jazz del sax che danno profondità al brano. Nella terza traccia il duo raggiunge il perfetto equilibrio tra le parti orchestrali degli archi e il connubio pianoforte – chitarre acustiche, il risultato è una solare composizione di musica classica contemporanea che arriva all’ascoltatore come un tenero abbraccio.
Se finora le tracce seguivano l’andamento del piano, The Bright Door si rivela un brano per chitarra arricchito dai vocalizzi e da un leggero strato di elettronica. Una sottile miscela acustica incontra un sussulto elettronico dando vita a un brano introspettivo. Nella sua semplicità, Held si presenta come una traccia morbida, squisitamente evocativa, incentrata sugli arpeggi di chitarra esaltati dalle tessiture ambient.
A conti fatti, l’ottavo disco dei Balmorhea è uno spiraglio di fragilità e paure che vibrano nei tenui toni delle tredici tracce di Pendant World, un album dalla cruda bellezza, fortemente raccomandato.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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