Baransu: si chiude il cerchio con Atmospheric Landscapes II
Matteo Gualeni e Michele Barteloni pubblicano il secondo capitolo del progetto Atmospheric Landscape, il duo a/v riflette attraverso la musica il rapporto tra due entità, l’essere umano e la natura, che crescono l’una dall’altra in una reciproca interazione di supporto e dominio.
In uscita il 7 maggio 2021 per la tedesca Mille Plateaux, sub label della Force Inc., le cinque nuove tracce firmate Baransu sono il frutto della retorica di un passato che ci rende consapevoli di un futuro imminente.
Un suono imprevedibile, stratificato all’insegna di cinque scenari costruiti su diversi livelli a partire da Gemini 66. La prima traccia si muove in maniera irrequieta, un dipinto sonoro realizzato con cupe pennellate di dronicon sfrigolii sinistri e pulsanti beat digitali. Ne scaturisce una flebile e distesa texture ambientale.
Con Oxygen I il duo disegna un drone epico dal fluire magmatico, un ascolto attivo-esplorativo che avvolge l’ascoltatore in un’atmosfera rarefatta in grado di creare uno stato ansiogeno. Un flusso lento e impercettibile intervallato da ronzii e feedback. A metà della traccia compare una morbida melodia sottoforma di un carillon che contribuisce insieme al respiro elettronico affannoso al carattere inquieto di una traccia che si muove sui binari dell’ambient.
In Cygnus X-1 i Baransu plasmano droni, linee di sintetizzatori analogici e pad emozionali per ottenere una fertile dimensione percettiva.Costanti scariche elettriche generano tensione in un marasma di tappeti sonori intrecciati insieme per ottenere un flusso ipnagogico. Sul finale i suoni si dissolvono per dar forma ad una coda dal carattere minimale.
Il finale è affidato a Temple, una sorta di requiem nel quale sonorità post industriali incontrano il misticismo cosmico.
Baransu: si chiude il cerchio con Atmospheric Landscapes II portando a compimento l’esplorazionetra il mondo dell’udibile e del visibile, fondendo insieme strutture naturali con quelle digitali.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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