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The Sweet Smell of Unrest: sul confine fra noise rock e sludge metal

Il progetto Baratro è uno di quelli che fino a qualche anno fa sarebbe stato definito “supergruppo”, ma fortunatamente oggi questo termine terribile ed insensato sembra essere stato messo nel dimenticatoio. Dave Curran (Unsane), Federico Bonuccelli (Council of Rats) e Luca Antonozzi (Marnero) hanno formato il gruppo nel 2020 (per quanto le prime prove tra Curran e Bonuccelli risalgano al 2018) e dopo l’Ep Terms and Conditions (2021) è finalmente arrivato il vero e proprio debutto, The Sweet Smell of Unrest, in uscita il 2 febbraio 2024 per Improved Sequence Records.

Dal background dei tre musicisti in questione è facile immaginare il sound: un calderone di violenza che si districa fra noise rock, sludge metal e reminiscenze hardcore, ma se già nell’Ep si era intravista una proposta tutt’altro che scontata, quest’album non fa altro che confermare le impressioni. Basta la doppietta iniziale per confermare i leciti sospetti pre-ascolto: Fight the Parking Meter è un’intro incendiaria in cui la sezione ritmica sta a cavallo tra violenza noise e “sporcizia” sludge, così come la successiva Pay Dirt riesce a condensare in poco più di due minuti gli echi di Unsane e Neurosis. Ed è proprio lo sludge atmosferico di questi ultimi a emergere in The Bad, The Bad and The Ugly, il pezzo che più di tutti restituisce la dimensione cupa che avvolge interamente l’album.

Non mancano altri highlights degni di nota. Adherence è uno dei pezzi meglio costruiti del disco, quello che più si avvicina alla forma canzone a livello strutturale, It’s All Your Fault Timmy plasma la violenza in qualcosa che va oltre il semplice suono, e nel finale Glutton è il riassunto perfetto di quanto ascoltato nella mezzora precedente.

Pur non essendo un lavoro innovativo o sconvolgente, The Sweet Smell of Unrest riesce nel mai scontato compito di rispettare le aspettative. Da un trio come i Baratro l’attesa è quella di un noise/sludge duro e senza compressi ed è esattamente ciò che si respira negli undici brani del disco.



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