BeMyDelay: cercare la bellezza ovunque
Ascoltando Bloom Into Night si fa fatica nel pensare che questo Lp sia stato realizzato da una formazione italiana, eppure siamo al cospetto del terzo disco di Marcella Riccardi. La musicista emiliana (già nei Franklin Delano e Blake/e/e/e) in arte BeMyDelay viene affiancata in questa avventura da Vittoria Burattini (Massimo Volume) alla batteria e Dominic Vaccaro a.k.a. J.H. Guraj alla chitarra.
L’album, pubblicato il 1 marzo 2019 da Boring Machines, vive di eleganza e malinconia, tra lo stile Folk britannico e West Coast che già dal primo album, ToTheOtherSide, aveva contraddistinto la musicista romagnola. Questo lavoro è stato registrato al Vacuum Studio di Bologna da Bruno Germano, il musicista degli Arto che compare nel disco tra i featuring insieme a quello del chitarrista dei Massimo Volume Egle Sommacal.
Otto tracce psych folk di una semplicità disarmante che lasciano emergere il lirismo emotivo e la morbida voce della nostra, ne viene fuori un lavoro intimo, meraviglioso, fatto di trame irregolari in cui la voce diventa a sua volta uno strumento, un mezzo per disegnare suggestivi paesaggi.
La voce di Marcella è sofferente e pacata in Three Swords, a metà strada tra Cat Power e Patti Smith, si poggia su una delicata struttura folk tra le melodie della chitarra e la batteria mai invadente.
Gli arpeggi di May You Feel My Love danno il giusto peso alle parole, un brano essenziale che con la sua semplicità risalta la forza delle parole che enfatizzano l’atmosfera sacrale.
Uno dei punti più alti del disco è segnato da Love Hurts con le sue delicate melodie e le spazzole che le danno quel tono elegante. L’uso delle dinamiche in crescendo rende la canzone avvolgente e sensazionale.
C’è spazio per melodie struggenti, ma mai stucchevoli, come nel caso di When I Am With You con quella intrinseca tristezza nella voce e le calde chitarre blueseggianti.
Bloom Into Night, nato dall’amore per il folk, va ascoltato con la giusta attenzione. BeMyDelay è una songwriter autentica che non si è fatta abbagliare dalle costose produzioni ed è proprio nella sua semplicità che va ricercata la bellezza di questo disco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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