A lezione di modulare da Ben Carey
Già ½ dei Sumn Conduit, l’australiano Ben Carey è un sassofonista e compositore impegnato nell’ambito della musica improvvisata, interattiva ed elettroacustica.
Con Hypertelic Carey torna a occuparsi della sua carriera solista e lo fa con un album di dieci tracce che vanno a comporre una raccolta di opere astratte, ciascuna registrata in una singola ripresa su un sintetizzatore modulare eurorack.
L’album sviluppa dieci dimensioni diverse ognuna delle quali esplora varie tecniche, semplici processi di controllo a basso livello, al fine di mettere in evidenza feedback, suoni derivativi, complesse modulazioni e ritmi asimmetrici. Ne deriva un lavoro dalla grande qualità e quantità di registri stilistici.
Suoni destrutturati e intensi feedback fanno capo a Crosstalk, la traccia d’apertura dal ritmo lento e ipnotico. I glitch danno la sensazione di trovarsi in apnea su un fondale, mentre modulando il suono Carey dà dimensione e fisicità al sound.
Atmosfere cupe e vibranti per Phentyn, ritmi squadrati dai continui stop’n’gocon lalinea sottostante del sintetizzatore che va a comporre la sezione melodica del brano, tra ambient e IDM tanto da scomodare nei paragoni Richard D. James.
158 vagamente dark ambient, si basa su una complessa trama ritmica data da pulsazioni ansiogene, un vortice distorto e nevrotico arricchito da lanci di synth acidi e droni cupi. Segue uno dei momenti più articolati dell’album: Sine qua non. La quinta traccia si basa sull’uso continuo di oscillatori che vanno a colorare un tappeto sonoro cupo e impervio formato da droni e feedback. Ben Carey è un maestro nella modulazione dei suoni e nell’uso della sintesi additiva dando nel brano una lezione di tecnica e linguaggio elettronico.
Nell’ultima traccia, Treading Water, Carey utilizza l’eurorack per riprodurre il suono degli archi: note gravi e stridule puntellate da glitch e elementi percussivi che danno movimento al brano.
Nonostante Hypertelic sia un lavoro impegnativo, è un album che farà emergere Ben Carey nel panorama elettronico mondiale grazie alla sua capacità e competenza di padroneggiare gli eurorack.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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