La consapevolezza del tempo
Con Mountains Are Mountains, pubblicato il 7 agosto 2020, giunge all’esordio solista il batterista, compositore, scrittore e produttore Berke Can Özcan (Ex-Konstrukt, Big Beats Big Times).
Dieci tracce per un viaggio sonoro frutto delle tante esperienze vissute dal musicista turco, come ogni viaggio che si rispetti prima o poi si ha il bisogno di fermarsi un attimo per riordinare le idee. Prendersi una pausa ha significato perÖzcan acquisire consapevolezza del tempo, quel tempo che è stato la chiave della creazione del disco.
Munito di gong, aquadrum, vibrafono, tamburo d’acciaio, un pianoforte preparato, un harmonium vintage, tamburi di legno, kalimba e strumenti autocostruiti, Berke sperimenta con il suono, mostrandoci nelle dieci tracce del disco un mondo fatto di tristezza, passione, agonia, curiosità, eccitazione, solitudine, beatitudine, nostalgia, amarezza e gioia.
Una fitta rete di percussioni vanno a comporre la prima traccia del disco, The Sheperd,che ci guida in un viaggio mistico e introspettivo fatto di una attenta ricerca sulle frequenze. Una traccia che sconfina nella sound meditation che aiuta a riscoprire la consapevolezza di noi stessi. Si cambia registro con Roots, un brano che vive di contrasti, da un lato la delicata e sognante melodia, dall’altro laricerca sulle possibilità timbriche della batteria.
Non mancano lungo questo viaggio momenti cupi e malinconici (Giant’s Sleep, Mouth of a Volcano) costruiti attorno a campioni, ritmi lenti e improntanti sulla ricerca della melodia. Si volta nuovamente pagina e con Low Tide and High Tide la musica di Özcan indossa il suo vestito più elegante. Il contrabbasso e il piano disegnano lo scheletro lounge della strumentale con la parte ritmica che le dà quel tocco jazz, il tutto in un loop che si ripete fino alla conclusione del brano.
Mountains Are Mountains è un buon modo per conoscere Berke Can Özcan, il racconto di un percorso che ha portato il musicista turco a raccontarsi attraverso le dieci tracce del disco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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