Una festa tra amici con Bianco.
“Le stelle che non cadono son quelle per te / Le parole che non dico sono quelle per te”
È con La strada tra la terra e il sole che Alberto Bianco apre il suo concerto aversano.
Classe 1984, torinese doc, Bianco è uno dei cantautori più interessanti della nuova generazione italiana. Reduce dal successo di Quattro, uscito il 19 gennaio per INRI, a distanza di 3 anni dal precedente Guardare per aria, Alberto fa tappa ai Magazzini Fermi.
Nella cornice del locale campano, Alberto dopo un tour di circa cinquanta concerti in giro per la penisola, presenta Tutto d’un fiato: uno spettacolo acustico voce e chitarra in compagnia del trombettista Stefano Piri Colosimo (Africa Unite, Bandacadabra).
La dimensione intimista si rivela congeniale per Bianco che, dopo essersi presentato con La strada tra la terra e il sole direttamente dal suo secondo album Storia del futuro (2012 INRI), ci regala una versione delicata di Volume “senza quella fretta di chi adesso ha capito che odia chi è nascosto ma adora ritrovarsi”.
Segue Filastrocca sui tetti di Ortigia, prima canzone dal nuovo Quattro. Alberto e Stefano hanno dalla loro la capacità di saper intrattenere anche senza musica, con quella simpatia e quel saper gestire il palco di chi di live e di km per lo stivale ne ha macinati tanti.
Ancora da Storia del futuro La notte porta conigli e Jpg seguita da una versione inedita di Piri in Jean Paul Gautier che si presta alla parte ritmica suonando rullante e stompbox, decisamente interessante e spoglia di inutili orpelli. Alberto, poi, si diverte ancora a giocare con i pedali con quella gioia di chi ama ciò che fa come in Organo amante.
“In un attimo passerà tutto, le crisi servono a pensare, la soluzione è camminare” ospite speciale di In un attimo è il flauto di Piri, traccia che si trasforma in una canzone punk indiana.
Felice e Filo d’erba scorrono veloci. C’è spazio per un paio di brani da Nostalgina (2009 INRI), primo album di Bianco: Cosa va di moda oggi e Mela, forse la migliore di tutta la setlist con Alberto che scende tra il pubblico e, armato di sola chitarra acustica e voce, ci regala una canzone intima come se fossimo ad una festa tra amici.
A conclusione di un piacevole live Le stelle di giorno, una versione più vicina a quella realizzata con i Bluebeaters qualche anno fa con i ritmi in levare tanto cari a Stefano Colosimo.
C’è spazio ancora per un’ultima canzone: Aeroplano. “Tu che colori anche la mia ombra ed io con il cuore che pesa più della testa” sono le giuste parole per accompagnare una coppia che manifesta tutto il suo amore concedendosi un dolce ballo al centro del club. E sulle note di Can’t help falling in love di Elvis suonata dalla tromba di Piri che la serata volge al termine.
Bianco spoglia le sue canzoni, si mette a nudo, in questa nuova veste le parole risaltano ancora di più. Un’incantevole esibizione in una dimensione intima che risalta la capacità di Alberto di essere un cantautore versatile, capace di ben figurare in ogni situazione dal concerto con la band ai live in acustico.
Clicca QUI per guardare la gallery dell’evento, a cura di Claudia Nappi.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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