Blanck Mass torna sulle scene con un’aggressività ancora più sfacciata
Blanck Mass è il visionario progetto solista di Benjamin John Power dei Fuck Buttons, arrivato con questo Animated Violence Mild, edito da Sacred Bones Records, al quarto full lenght album.
Fin dalla copertina e dalle prime note sono chiare le intenzioni di Power, che, una volta di più, fa della violenza e dell’aggressività le sue bandiere.
L’evocativa immagine di copertina, con una mela morsa e sanguinante, ci introduce in una fittissima mitragliata di techno, industrial, drum’n’bass, distorsioni, liriche rabbiose e apocalittiche, talvolta urlate in puro stile black metal (Death Drop), altre meno aggressive ma filtrate al punto da risultare al limite della comprensibilità (House Vs. House, Hush Money, No Dice), immerse in una costante pressione sonora che non lascia attimi di respiro fino alla coda finale di Creature/West Fuqua, che si svuota in un morbido arpeggio, colorato da cori afro.
La successiva No Dice spiazza entrando come un moderno hip-hop, che tuttavia Power ricomincia immediatamente a condire con campioni vocali eterogenei ed effettati, tra i quali assesta sempre più decise coltellate electro, che lasciano infine spazio alla violentissima Wings Of Hate, che chiude il disco alla stregua di come si era aperto: con questa sorta di crossover tra black metal, techno e industrial che può atterrire o caricare a mille l’ascoltatore, a seconda del mood e della predisposizione di quest’ultimo.
Le tematiche spaziano dalle perdite personali dell’artista a temi più generali, riguardanti il Pianeta e il destino del genere umano (chiaramente ritratti dall’immagine di copertina), sempre mantenendo il filo conduttore della rabbia.
Le scelte sonore coprono invece pressocchè tutto il range dell’elettronica contemporanea, con una pressione sonora e una stratificazione, come detto, fittissime in quasi ogni attimo del disco.
Un’evoluzione che fa, ancor più che nei lavori passati, di Blanck Mass un progetto sfacciato, strafottente, che non cerca consensi, ma solo di travolgere l’ascoltatore con la propria rabbia e che accende la curiosità per la resa live.
Classe ’82, batterista e smanettatore di synth, attratto da tutto ciò che è ricerca e scoperta, con una particolare propensione per la musica con contaminazioni elettriche ed elettroniche, le città e i festival europei.
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