Brigan: una musica che attraversa il tempo e lo spazio
Un mondo ricco assai
Conoscere la propria terra è affascinante e spesso ci conduce al risveglio di emozioni ancestrali che non sapevamo nemmeno di custodire. La musica, da sempre, fa parte delle radici di una terra e quando si parla della Terra Felix questo legame è ancora più profondo.
Il gruppo Brigan, in attività dal 2009, presenta il suo ultimo lavoro dal titolo Liburia Trip che affonda proprio la sua essenza nella matrice popolare. Non si limita, tuttavia, a ciò ma grazie alla conoscenza del proprio si affaccia meravigliosamente verso l’altro, abbracciando la musica elettronica e la World Music.
Flauti, cornamuse, fisarmonica, tamburi, echi e suoni misteriosi: questo trip si presenta in modo unico e tocca varie tematiche che riguardano il mondo rurale della Terra di Lavoro.
Liburia, infatti, è il nome che questa terra ebbe in epoca longobarda, probabilmente derivante dal nome di antichi popoli che la popolarono e si riconosce nel territorio comprendente Capua, Pozzuoli e Cuma. Il lavoro, la coltivazione della canapa, l’allevamento di bufale, l’imperfetta fusione tra sacro e profano, la devozione e il sacrificio, il rapporto tra passato e presente.
La voce, i flauti, le cornamuse e la fisarmonica sono affidate a Francesco di Cristofaro, tammorra, putipù e falci a Luca De Simone, percussioni tradizionali (tammorra, tamburello, almirez e castagnette) a Gabriele Tinto e le percussioni elettroniche, synth e theremin ad Andrea Laudante.
Nel disco ha partecipato anche Torgeir Vassvik, artista norvegese, con il quale i Brigan incidono Mater Matuta, brano di grande profondità che ci parla di queste antiche religioni matriarcali di cui a Capua sono state rinvenute statue a testimonianza di questo culto millenario.
Altro ospite Cecchinella che nel brano Chiagnuta e Carnevale celebra la morte di Carnevale, la festa che finisce nel lutto con tanto di estrema unzione e funerale. Un atto simbolico che arriva dopo una settimana di grandi festeggiamenti, anche troppo balordi, e che riporta tutti alla vita quotidiana, anzi ad un periodo di penitenza con l’inizio della Quaresima, attraverso il saluto allegorico del re di tutte le feste.
Questo e molto altro nei racconti e nei suoni dei Brigan che ci aprono un mondo ricco assai che è quello di una terra viva e fertile da infinito tempo e che nella memoria raccoglie continue eredità di amore e bellezza.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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