Post Utopia Soundscapes: 7 canzoni per 34 minuti di pura energia
Figli dei Prodigy e cugini dei Bloody Beetroots, i Bright Lights Apart si fanno largo con un sound esplosivo.
Post Utopia Soundscapes è la seconda fatica discografica del trio electro rock veneto che tira fuori un album dall’attitudine punk.
Direttamente da Rovigo, Miles-t (voce, synths, chitarra e basso), Slug (synths) e Dave (chitarra e basso) danno alle stampe Post Utopia Soundscapes, uscito il 15 febbraio 2019 e interamente autoprodotto.
Un suono prepotente che già dalla prima traccia, Post Utopia Party, ti prende a schiaffi in faccia. Produrre come producer, ma suonare con l’approccio di una band è questa la filosofia dietro la musica dei tre.
Subito i Bright Lights Apart erigono un muro di suono: la parte ritmica funge da scheletro alla traccia che si presenta bella solida, i sintetizzatori la rendono acida. Il tutto si presta per essere ballato o pogato.
Alle prime note di The Effects si ha la sensazione che qualcosa sta per succedere, un’apocalisse sonora che cresce lentamente partendo dal break beat ai suoni taglienti che vengono soppiantati dai colorati synth. Se prima le tenebre stavano avendo la meglio,ora i sintetizzatori riportano la luce.
Eppure la formazione veneta riesce bene anche in tracce meno spinte che dialogano col rock, è il caso di Worm Out. Il ritornello ha suoni spaziali e pigia sull’acceleratore. L’uso della voce nei brani va considerato come uno strumento aggiunto, un mezzo per rendere ancora più coinvolgenti le tracce.
Anthem for Urban Hooligans parla da sé. La canzone che chiude il disco è un inno a far festa con tutti gli elementi tipici di questo disco: ritmica serrata, chitarre robuste e i synth elemento di congiunzione.
Post Utopia Soundscapes è un disco divertente, in grado di infiammare il dancefloor. Già durante l’ascolto non si riesce a stare fermi, figuriamoci ad un live dei Bright Lights Apart.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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