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Split Scale: note, scale e condivisione

La collaborazione fra Midori Hirano e il duo Brueder Selke (i fratelli Sebastian e Daniel Selke) sembra essere una conseguenza naturale del percorso musicale che li ha condotti fino a Split Scale, in uscita il 24 gennaio 2025 per Thrill Jockey.

Ad unirli non c’è solo Berlino, base operativa e soprattutto fulcro compositivo degli artisti in gioco, ma le modalità con cui tanto i fratelli Selke quanto la musicista giapponese riescano a far emergere le caratteristiche di quella che da molti è considerata una nuova scena nella capitale tedesca. Tanto precisa nel centellinare suoni Midori Hirano, che non a caso si è anche cimentata in lavori di fino quali colonne sonore e documentari, quanto fautori di una fusione tra passato e presente i Brueder Selke, il risultato è un disco che pur diviso in otto brani può essere concepito come un unico flusso sonoro.

Basta prendere in esame la traccia d’apertura (Scale A) per immergersi immediatamente in un mondo sensoriale, oltre che musicale: se la Hirano tesse trame che catapultano l’ascoltatore in un universo alternativo e immaginifico, i Brueder Selke ricamano attorno frammenti sonori ricavati da violoncello e pianoforte.

Un lavoro di artigianato che non solo prosegue negli altri brani, ma che ben spiega anche il concept dell’album. Utilizzando come punto di partenza le note di una scala (evidenziata nel titolo di ogni pezzo), ogni traccia è stata pensata come il suo naturale proseguimento ed è stata concepita come una tela da lasciare incompiuta per farla completare all’altro.

Ed è forse proprio questo dialogo il segreto del disco. Quattro brani a testa, scambiati e perfezionati in modo talmente naturale da dar vita a una suite nata quasi inconsciamente, basandosi solo sulla forza di una condivisione libera. I minuti passano, i brani si alternano, ma resta una struttura solida che prende forma prima nell’elettronica calda di Scale C, poi negli archi ariosi di Scale F e infine nel ritorno al punto di partenza di Scale AA, un climax posto in chiusura che vede la componente elettronica innalzarsi a tal punto da frantumarsi in mille pezzi.

Una patina cervellotica penalizza il disco nella sua totalità ed infatti Split Scale emerge principalmente nel momento singolo più che nel suo insieme: delle piccole gemme create da Midori Hirano e Brueder Selke alcune sono più riuscite di altre. Se a colpire, quindi, non è tanto la suite, ci sono alcuni brani (Scale F su tutti) capaci di mettere in luce tutti i lati positivi di un disco complicato ma ricco di vita.



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