La nuova musica classica di Bruno Bavota
Bello Ideale
Chi pone la musica classica in una teca di cristallo, ferma, immobile e incastrata in un tempo ormai lontano da adesso, sbaglia parecchio. La scena musicale classica europea è in continuo fermento e, per fortuna, è piena di giovani talenti che riescono a dare nuova ispirazione a quello che mi piace definire il bello ideale della musica.
Bruno Bavota è uno degli artisti contemporanei che svolge questo ruolo. Pianista, anzi polistrumentista, compositore, giovane italiano pieno di potenziale, spesso paragonato al grande Ludovico Einaudi, ma che, al contrario, ha trovato la sua personalissima forma d’espressione. Il compositore napoletano ha realizzato e fatto uscire per giugno 2020 il suo Apartment Songs – Volume One, un album impeccabile in cui bene si accordano il neoclassico e la sperimentazione.
Le sue Apartment Songs non hanno titoli specifici, ma solo il riconoscimento numerico sequenziale che le indentifica, di volta in volta, nella traccia uno, due, tre e via dicendo. Una scelta questa che rimanda ad una certa unità del disco che, come si può comprendere soprattutto ascoltandolo, segue un solo filo e resta abbastanza legato alla sensazione di ricerca che ci lascia l’album.
Raccontano una storia semplice eppure, con molta probabilità, estremamente difficile da raccontare, tra quattro mura che rischiano di divenire una prigione. I brani di Apartment Songs – Volume One sono dolcissime espressioni di bellezza, non particolarmente inquiete, volano basso come rondini in attesa della pioggia.
Le prime due tracce sono trasognanti e più lente, mentre il nucleo centrale non perde queste caratteristiche ma aggiunge tono e qualche vortice sperimentale in più. Infine, la conclusione è affidata a brani che sanno rievocare sensazioni riposte sotto la pelle.
Bruno Bavota cura i suoi lavori con grande impegno, manipolando manualmente i pezzi in tempo reale, per conferire ad ogni traccia un’attenzione che la renda perfetta. Il bello ideale, così, diventa a noi più vicino, reale e possibile.
Leggi l’intervista a Bruno Bavota Qui
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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