L’elettronica di matrice anglo-tedesca e l’indie-folk di stampo statunitense trovano spazio in Turning Point
Primo album per i baresi Buckwise, Turning Point è l’ambizioso e coraggioso progetto di Francesco “Gnappo” De Luca, Nicola Galluzzi, Lorenzo L’Abbate e Roberto Matarrese, pubblicato il 18 gennaio 2019 per La Rivolta records, nel quale i quattro hanno tentato di unire l’elettronica con il folk d’ispirazione country.
Apre le danze Jasper: il banjo bluegrass si sposa benissimo con l’elettronica, il ritornello è vorticoso e col passare dei minuti si capisce subito che a fare la differenza è proprio lo strumento di origini africane che dona un tocco di freschezza.
I’ll Begin ha un’anima da club: il sound si presenta ovattato, mai tagliente, quasi morbido, con tanto di omaggio ai Daft Punk. Le chitarre poi le conferiscono carattere, rendendola una traccia adatta non solo da proporre nei locali ma anche nei festival e su palchi imponenti.
D’altro canto i Buckwise hanno anche un lato intimo e techno. Se pensate che l’intimismo e la techno non collimano insieme allora vi invitiamo ad ascoltareFreedom District. La strumentale è una delle più riuscite di tutto l’album, gli arpeggiatori che ti accarezzano dolcemente, la raffinata parte ritmica e la chitarra che insieme al basso smorzano i suoni freddi per darle colore.
Lost, invece, è frizzante, un chiaro rimando al Nord Europa col suo folk elettronico che ti fa venire voglia di correre sui prati. Il cantato non è mai lasciato al caso, è una parte fondamentale delle canzoni dei Buckwise che danno importanza ai testi quanto al mix di melodie indie-rock e basi elettroniche.
Fall Down ha una grinta formidabile. La canzone parte col turbo e gioca con l’alternarsi di atmosfere delicate a quelle più spinte, una traccia che mette bene in luce tutte le anime della band.
Già dalla copertina che ritrae un disco volante che risucchia un bambino a bordo l’intento dei Nostri è chiaro: stupirci e catturarci con la loro musica. Turning Point riesce nell’intento, una ventata di freschezza tra country e indie folk immersi in un mare di elettronica.
Leggi l’intervista ai Buckwise QUI
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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