Nuovo anno, nuovo Burial
Dopo l’uscita del singolo di debutto dei The Smile, progetto di Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner, il 2022 si preannuncia subito un anno esplosivo segnato anche dal ritorno di Burial con un nuovo Ep.
Antidawn rilasciato il 6 gennaio 2022 per Hyperdub, vede l’enigmatico producer esplorare nuovi territori: la musica di William Bevan si riduce ai soli suoni vaporosi e ambientali, inquietanti atmosfere elettroniche fanno capo a cinque nuove lunghe tracce tra le più scarne mai prodotte fino ad oggi.
Antidawn immerge l’ascoltatore in un paesaggio invernale, glaciale e spaventoso, alla Silent Hill, nel quale emergono i fragili frammenti vocali tra la foschia di uno statico silenzio.
Rispetto all’Uk Garage di Chemz del Dicembre 2021, Burial sperimenta nuove formule eliminando quasi del tutto la componente ritmica, lasciando emergere i suoni dilatati e i tempi lenti con il classico gracchiare dei vinili; l’iniziale suspense di Strange Neighbourhood mette subito le cose in chiaro con un’atmosfera agghiacciante rotta dai campioni vocali che ripetono nel nulla la frase “I’ve been a badplace”.
A metà Ep Shadow Paradise, guidata dalle progressioni dell’organo e dalla voce campionata, la terza traccia si apre a morbide e luminose melodie, una sorta di rituale con il quale calano le tenebre e si fa largo uno spiraglio di luce e speranza.
Antidawn si chiude con la struggente Upstairs Flat, sei minuti durante i quali Burial utilizza tutti gli elementi visti finora, dal suono dell’organo alle voci campionate, passando per morbidi pad, per tessere una trama essenziale ma che fa della forza narrativa la caratteristica del suono di questo brano.
Concludendo Antidawn non è di certo un ascolto facile, va ascoltato più volta prima di essere apprezzato al meglio. L’Ep è in grado di mettere in stand by il cervello con un sound immersivo che dimostra che con Burial niente è mai scontato o lasciato al caso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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