Claustro / State Forest: una nuova apparizione di Burial
Sono passati ben dodici anni dall’ultimo album di William Emmanuel Bevan, universalmente conosciuto come Burial. Era il 5 novembre 2007: una data spartiacque per la musica elettronica, perché quel giorno usciva Untrue, destinato a fare prima rivoluzione e poi scuola, attraverso un sound che spaziava dalla dubstep al future garage, passando per ambient e 2-step.
Da allora, nonostante l’assenza di un terzo album vero e proprio, il Nostro non è stato assolutamente fermo ed ha pubblicato diversi Ep e singoli, tenendo sulle spine e in trepidante attesa gli addetti ai lavori.
L’ultima fatica, che arriva due anni dopo l’Ep Subtemple, è Claustro / State Forest, in uscita il 14 giugno 2019 per Hyperdub Records. Nel corso degli anni il suo stile si è evoluto e non è difficile rintracciare una linea che l’ha portato sempre più verso lidi ambient e speed garage, mettendo leggermente da parte la componente dub.
I due brani proposti, Claustro e State Forest, sono la prova del doppio volto di Burial. Il primo è un pezzo che trasuda ritmo ed energia da tutti i pori, capace di far alzare dalla sedia l’ascoltatore in pochi secondi, un inno al future garage inglese più puro, tra campionamenti vitalizzanti e movimenti tonici.
Al contrario, il secondo è la quiete dopo la tempesta. Otto minuti abbondanti di ambient, colmi di riflessività. Otto minuti criptici, inquietanti e soprattutto ipnotici. Otto minuti che fanno sedere di nuovo l’ascoltatore e gli fanno chiudere gli occhi, pronto a stendersi su un tappeto di barbiturici.
Con Claustro / State Forest, Burial ci fa sapere, ancora una volta nel corso di questi dodici lunghi anni, che lui c’è ancora, sta osservando tutto e sporadicamente decide di far conoscere al mondo il suo percorso musicale, un piccolo pezzo alla volta. E se un giorno ci sarà il grande passo, quello del terzo album, ben venga, ma dobbiamo essere pronti tutti: lui in primis, ma soprattutto noi.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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