Burla22: un godurioso viaggio tra le estetiche sonore degli anni ‘90
Burla22 è un illustratore, graffitaro e rumorista riminese, appassionato di synth modulari, ha pubblicato i suoi lavori discografici su etichette come Rexistenz, Viande Records e Light Item. Per quest’ultima etichetta fondata da Gec e da Rico degli Uochi Toki, in coproduzione con Drown Within Records è uscito il suo nuovo album intitolato Haboob.
Undici tracce forgiate da un suono caratteristico, basate su architetture ambient-techno e complesse strutture elettroniche contraddistinte da quelle sonorità algide tanto care agli Autechre.
Una musica meccanica, ma fluida, che utilizza beat cerebrali e minacciosi come nel caso della title track, un brano elettronico dal ritmo lento ed ipnotico con una minima variazione cromatica di fondo. La traccia è pervasa da scosse elettriche che danno alla produzione un carattere minaccioso.
Apocalittico e freddo sono i primi aggettivi che vengono in mente ascoltando il singolo Gom Jabbar, una ventata di synth analogici e mutanti che attinge tanto dall’estetica anni Novanta quanto da scenari sci-fi.
Laddove con Gom Jabbar Burla22 si spingeva verso una ricerca atta a espandere mente e anima, con Kokuoh esprime una sorta di visione cupa del disagio. Una traccia angosciante accompagnata da una voce paranoica, il tutto impreziosito da ritmi spezzati e ossessivi molto calzanti con i tempi bui che stiamo vivendo.
Mantram ci catapulta in una dimensione tetra e cibernetica, punk digitale con il beat che interviene per ammorbidire la trama carica di tensione. Sullo sfondo un paesaggio tetro e monocromatico che dà quella costante sensazione di soffocamento.
Pioggia acida mischia hip hop ed elettronica ottenendo un ibrido convulso e disturbante. Un flusso acido plasmato fino a dilatare la materia sonora mentre la ritmica si rivela incessante, con continui cambi ritmici, fino ad arrivare al finale frenetico con i breakbeat che lentamente svaniscono.
Haboob è un album che non lascia spazio a spiragli di luce, animato da ritmiche frenetiche e da una galassia sonora abitata da una vasta gamma di modulari.
Burla22 ha realizzato un lavoro criptico e affascinante, una gioia per le orecchie, consigliato agli amanti delle sonorità ambient-techno-elettroniche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti