Canaan: nutrirsi di fastidio
Sei anni dopo la pubblicazione di Images From A Broken Self, Ai Margini segna il ritorno sulle scene italiane del progetto meneghino nato nel 1996 dalle ceneri dei Ras Algethi.
L’album rilasciato il 15 gennaio 2024 tramite Toten Schwan Records / Eibon Records si presenta come una miscela tra dark ambient e introspettive voci recitanti in chiave dark wave, da sempre cifra stilistica dei Canaan.
Undici sono le tracce contenute in questo nuovo lavoro pubblicato in edizione limitata su CD, avvolto in un ecopack digibook con un suggestivo booklet di 16 pagine, e in formato digitale. Ai Margini è un lavoro suggestivo, intriso di cupe emozioni manifestate nei testi profondi e introspettivi accompagnati da soffocanti tappeti elettronici.
Da un lato brani come La città che respira ricordano i Massimo Volume semplicemente per la voce narrante, con il loro lento scorrere tra ritmiche asciutte e suoni crepuscolari che si trascinano dietro un senso di dolore e sofferenza; dall’altro abbiamo brani come L’eterno assente con le sue ritmiche trip-hop e una atmosfera avvolgete creata dai riverberi e dalle fratture armoniche.
In La grande finzione la presenza dei sintetizzatori si fa più sentita, una traccia di stampo coldwave nella quale la luce e il buio si scontrano generando una trama eterea e tenebrosa.
In Un attimo per fare del male è come se lo spoken word della prima traccia s’incontrasse con le ritmiche trip hop della seconda, muovendosi tra sonorità new wave, ne viene fuori una pasta sonora glaciale struggente e drammatica.
Anche la parte conclusiva del disco si rivela densa e ammaliante, Filamenti, ad esempio, mostra le buone qualità compositive dei Canaan in cui le linee chiare ed essenziali dei synth esplodono in un catartico e luminoso downtempo.
L’album è una perfetta e oscura colonna sonora dei nostri tempi, curatissimo nei dettagli, difficile da inquadrare ed etichettare, cosa che rende i Canaan unici nel loro genere.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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