La fisarmonica (come non te l’aspetti) di Canilla
Dietro il moniker di Canilla si cela la norvegese Camilla Vatne Barratt-Due, sound artist e costruttore di strumenti famosa per le sue composizioni per produzioni teatrali e di danza, nei quali sviluppa campi sonori che spesso includono l’elettronica e la sintesi live codificata fusa con i materiali della sua vasta collezione di fisarmoniche.
In uscita il 14 maggio 2021 per Street Pulse, You always wanted more in life, but now you don’t have the appetite è il debutto discografico per l’artista di base a Berlino, sette ballate d’amore concettuale provenienti in origine da un’installazione di Canilla realizzata per il Kontakte Festival all’Akademie der Künste nel 2019.
The extinction’s voluptuous odor con la quale si apre il disco è frutto della destrutturazione di una creazione per fisarmonica che, trasformata, codificata e alterata attraverso del materiale analogico, dà nuova fisionomia alla musica elettronica. Dieci minuti di intense pulsazioni ritmiche tra techno ed elettronica per un flusso sonoro carico di tensioni e tonalità instabili che caratterizzano la produzione di Canilla.
Con Footbridge Canilla disegna uno spazio immaginario ultraterreno dove i singoli suoni si deformano trascinando l’ascoltatore in un immaginario cosmico.
Un effetto straniante si ha all’ascolto di Life without the human look, un brano dalla grande forza immaginifica basato sull’uso di suoni morbidi ed una voce effettata che immerge l’ascoltatore in un viaggio tra saturazioni granulose e onde elettromagnetiche.
La conclusiva We find them picking flowers that grow in the fields of extreme limit è un tappeto sonoro fluttuante, sequenze armoniche per una texture digitale all’insegna dell’ambient music.
You always wanted more in life, but now you don’t have the appetite mette in luce la voglia di esplorare territori complessi, un album che stravolge il suono della fisarmonica per un’artista che ha fame di sperimentare.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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