Caribou guarda al futuro pescando a piene mani dal passato
Sempre più spesso capita di imbattersi di fronte a un senso di costante irrequietezza che accompagna gli artisti che arrivano a diventare fenomeni pop pur essendo caratterizzati da una forte spinta innovatrice.
Dan Snaith, in arte Caribou, non fa eccezione a questa regola e, a ben sei anni di distanza da quell’Our Love che lo consacrò nell’Olimpo dell’electro-pop, dopo aver attraversato la parentesi più marcatamente dance col moniker Daphni e dopo una marea di bozze fatte e disfatte ed esperimenti che solo a volte hanno preso forma, torna sulle scene con un album che, oggi più che mai, fotografa perfettamente questa sua irrequietezza e voglia di evoluzione continua.
Fuori su City Slang e Merge Records, Suddenly si compone di 12 tracce che, pur riprendendo il filo da dove Snaith lo aveva lasciato e conservandone l’inconfondibile impronta estetica, raccolgono una moltitudine di influenze provenienti da mondi anche distanti, in una mescolanza disordinata che rende perfettamente l’idea dell’insofferenza di cui sopra.
Mai banale, talvolta sperimentale, spesso citazionista, dal forte gusto retrò eppure sempre così contemporaneo, Caribou aggiunge dunque un nuovo tassello al complesso puzzle del suo “cantautorato”, che riesce ad acquisire sempre nuove sfumature, pur mantenendo una certa forma di coerenza.
Il cantato dolce e intimo di Snaith, sempre al limite del falsetto, è certamente uno dei fili conduttori del disco, così come lo sono i campionamenti, le numerose citazioni sonore pescate da diversi decenni del passato e un mood ballabile ma con tempi quasi tutti piuttosto slow.
Entra in gioco di prepotenza anche una forte vena black, con Sunny’s Time che oscilla tra jazz pianistico e hip-hop, salvo poi divenire stonata e deviante nel finale, ma soprattutto con Home, nella quale Snaith campiona, tra le altre cose, un brano soul di Gloria Barnes del 1971.
Lime sembra lasciarsi ballare in maniera più easy, salvo poi aprire le porte a nuove improvvise sperimentazioni. È invece la successiva Never Come Back il singolone dance del disco (che non a caso ne ha anticipato l’uscita), pregno di una fortissima vena nineties addirittura festaiola, che ritorna in auge solo nella penultima traccia Ravi.
È però il lato più intimo e cantautorale della composizione di Caribou a farla da padrone nel complesso dell’album, con diversi brani che potremmo definire ballad electro, tra le quali spiccano certamente l’altro singolo You And I e Like I Loved You, altri più che probabili successi commerciali.
Un must have per gli amanti dell’experimental pop questo Suddenly, in cui Caribou pesca a piene mani dal passato, ma con lo sguardo sempre ben rivolto al futuro.
Classe ’82, batterista e smanettatore di synth, attratto da tutto ciò che è ricerca e scoperta, con una particolare propensione per la musica con contaminazioni elettriche ed elettroniche, le città e i festival europei.
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