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Il grido solitario di Carmelo Pipitone: nasce Cornucopia

Il chitarrista dei Marta Sui Tubi, Carmelo Pipitone, fa il tentativo da solista con il suo primo album dal titolo Cornucopia, edito per La Fabbrica Etichetta Indipendente. Conosciuto come chitarrista e co-fondatore del gruppo Marta sui Tubi è anche membro delle band O.R.k. e Dunk.

Con i Marta sui Tubi, Carmelo Pipitone ha pubblicato 6 album in studio e realizzato preziose collaborazioni con artisti del calibro di Lucio Dalla, Franco Battiato, Enrico Ruggeri, raggiungendo tappe importanti come Sanremo (nei Big nel 2013) il Primo Maggio a Roma (2009 e 2013) e le prestigiose partecipazioni alla trasmissione “Che Tempo Che Fa”.

Nel 2014 contribuisce alla formazione della superband O.R.K. con Lorenzo Esposito Fornasari (Hypersomniac, Bersèk) voci e tastiere, Carmelo Pipitone alle chitarre, Colin Edwin (Porcupine Tree) al basso e Pat Mastelotto (King Crimson) alla batteria. Band tutt’ora attiva.

Cornucopia, composto da 8 tracce, è un prodotto che arriva arriva a conclusione di un anno dedicato a nuovi progetti, come la neonata band Dunk insieme a Luca Ferrari dei Verdena e ai fratelli Marco ed Ettore Giuradei.

Un bisogno necessario di dare spazio, indipendente, alla propria fiamma creativa che incessantemente divampa. Carmelo Pipitone è musicista caratterizzato da sempre da un estro particolare e un’eccentrica passione per il virtuosismo.

Già con i Marta Sui Tubi, la sua chitarra, capace di riempire da sola la scena sia per presenza scenica sia per musicalità, dominava incontrastata: arrivo coerente per la sua carriera, quello di realizzare un album solista che potesse mettere in risalto ogni tratto della sua arte.

Un lavoro dirompente che mescola metal e rock, ricco di originalità compositiva, dal forte impatto all’ascolto, a tratti rumoroso – ma in senso positivo -. Le parole passano in secondo piano rispetto alla musica: il calore e la forza della melodia e dell’arrangiamento sovrastano le delicate melodie di Talè o i violenti ruggiti di Il Potere.

Nonostante ciò, lo stridio graffiante delle parole rende bene l’idea di rabbia, rivoluzione e forza che Pipitone si è sentito libero di esprimere con Cornucopia. Idee di un uomo deciso ad esprimere la propria interiorità e la propria voglia di liberarsi dal grigiore delle oppressioni.

Un viaggio, insomma, tra i sobborghi sporchi di una città, intrapreso da un condannato a morte dalla vita che viaggia nel tempo per raggiungere e combattere Dio. Un Dio che ha molte facce, alcune simili ai mali più estremi della nostra società.

Ricchezza di contenuti e bellezza nella forma: Cornucopia esprime l’arte e la bravura di Carmelo, ma soprattutto il proprio virtuosismo chitarristico.

Un disco italiano che sa poco di Italia, destinato all’oscurità, ma nonostante ciò a brillare, con intensità in quel buio che è l’angolo degli incompresi.




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