I racconti di Caspar Milquetoast
Un lavoro eclettico quello con cui si presenta Caspar Milquetoast, nuovo progetto di Amani Mohed al debutto con We’ll Have Tea rilasciato l’8 luglio per l’etichetta olandese Tiny Room Records.
L’Ep è un bagaglio di storie, prospettive e stili diversi: ogni traccia è un racconto particolare (quattro romanzi, una novella, una commedia teatrale e uno show televisivo) con Mohed impegnata nel dare voce ai personaggi attraverso brevi e caotiche canzoni,ricche di riferimenti letterali che sottolineano l’amore per la lingua e la letteratura.
Strati di synth combinati con gli arpeggi della chitarra acustica accompagnano la morbida voce della nostra in Exolinguist On Planet X, un viaggio su un pianeta alieno. La prima traccia è un mix tra una nenia e il suono di un carillon, una struttura semplice ma diretta basata su suoni melodici utilizzati per risaltare la voce gentile di Caspar Milquetoast.
In A Face Of Burnished Goldun’amante shakespeariana abbandonata maledice l’uomo che l’ha lasciata. I toni aspri della voce vengono placati dal suono dolce del glockenspiel mentre sullo sfondo synth e chitarra mettono su una sferzante trama distorta. Il pezzo forte del brano arriva con il frenetico assolo di clarinetto, uno dei momenti migliori del disco.
Well Well Well parte con un remix della marcia nuziale di Mendelssohn, una canzone dal forte impatto tra le più cupe del disco. Un testo pesante, dall’umore funesto, cantato con forte trasporto mentre musicalmente parlando Milquetoast abbraccia il suono lento e corposo della chitarra accompagnato da una ritmica minimale che ne fanno una canzone tra rock e dark-gaze.
We’ll Have Tea è un album audace, Caspar Milquetoast si è presa un bel rischio, dall’uso di tutti questi stili poteva venire fuori un minestrone, invece il tutto è ben equilibrato ed il risultato stupisce. È un piacere sedersi a prendere un caffè con i personaggi di Amani Mohed.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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