Charlie Risso e il suo Tornado di emozioni
Un sogno pop ad occhi aperti
Sono tornate le sirene: a tutti gli Ulisse all’ascolto, meglio scappare. Mi sembra la presentazione giusta questa, in effetti, la stessa con cui si presenta da sola, per parlare di Charlie Risso. La cantautrice genovese è al suo secondo album, in uscita il 1° dicembre 2020 per la label Incadenza, e ci regala Tornado.
Il richiamo e il legame con le figure di uno dei viaggi più noti della letteratura sembrano doverosi quando si parla di Tornado, disco-viaggio di parole e musica, un approdo tra stati d’animo e materia, un sogno pop ad occhi aperti.
La malinconia sembra essere padrona di quest’avventura, che vive e regna sotto la produzione di Mattia Cominotto con l’arrangiamento di Tristan Martinelli, e che lascia vibrante la chitarra, acustica e elettrica, di Charlie Risso.
Elemento fondamentale del disco sono batterie elettriche e loop che, unite alla voce profonda e dissacrante della cantautrice, donano un tocco di oscurità a Tornado che, risaputo, conferisce un certo fascino a qualsiasi lavoro.
Parlando di oscurità, Dark apre le danze con una ritmata sequenza di beat, accompagnata dalla morbida voce di Charlie; Nothing At All evoca ambientazioni stile Twin Peaks, come sostiene la stessa presentazione, e devo ammettere che si tratta di un’assonanza azzeccatissima; Crossroads e It Makes Me Wonder sono pezzi energici e dinamici, anche se con due modalità d’espressione differenti, che ben ci riportano a sonorità anni ’90.
Ancora synth e ritmi forti per un disco che sembra perfetto per far parte di uno schermo, tanto quanto per far risvegliare le nostre turbolenze. L’effetto speciale, soprattutto dopo più di un ascolto, è quello di sentirsi pericolosamente vicini ad un pericolo, fosse anche solo quello di comprendere di avere paura.
Charlie Risso scompone la gelida fermezza e scava interiormente nei suoi e nei nostri affanni, un Tornado da cui è difficile salvarsi.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti