«L’unica differenza tra musica e rumore è l’intenzione»
(Pierre Schaffer)
Più volte recensito su queste pagine, Chelidon Frame è il progetto noise/drone del chitarrista milanese Alessio Premoli.
Pubblicata tramite l’inglese Difficult Art And Music, Flatline Voyages, la sua ultima uscita, è un’indagine sulle relazioni tra la musica drone e i segnali radiofonici a onde corte/medie, liberamente ispirata da alcuni passaggi di Mark Fisher.
Nella release il nostro combina una serie di registrazioni SDR provenienti da tutto il mondo e suoni raccolti da colleghi musicisti, coalizzandoli in nove paesaggi sonori artificiali dalla lenta evoluzione.
Con Flatline Voyages siamo pronti ad immergerci in una nuova dimensione, dove nostalgia, assenza, distanza e presenza convivono a partire da _line Voyages. Modulando le onde e sovrapponendole con i droni, Chelidon Frame elabora i suoni creando un’estetica immediatamente identificabile.
A Circle Has No End si apre con un lungo passaggio di toni inquietanti che suonano come un carillon spettrale. Mentre si susseguono le voci alla radio, i droni si gonfiano e vibrano formando una stanza musicale d’avanguardia che accoglie il caos della percezione. Diversamente in In I Reached (feat A Distant Shore, Asymmetric Cut, Andrea Marinelli) i toni si ammorbidiscono e l’atmosfera diventa placida. Echi ambientali apparentemente comuni diventano nelle mani di Premoli un mezzo per esplorare un mondo costretto ad allontanarsi da noi.
Con A Certain Sense of Loss i droni diventano inquieti, flussi sinuosi a tratti interpolati dalle interferenze della radio che contribuiscono a dare dinamismo alla composizione.
In chiusura la title track è un continuo sali e scendi di emozioni, un brano aperto da una cascata sintetica che si tramuta in lenti arpeggiatori fino a diventare lentamente un groviglio di voci campionate dalla radio.
In Flatline Voyages Chelidon Frame decontestualizza sia i segnali radiofonici sia i suoni provando a costruire ambienti sonori contraddistinti da momenti di tensione costante e altri distesi, unici nel loro genere, che ci conducono in un viaggio sinestetico profondamente evocativo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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